Addio a frate Silvestro Arosio, missionario biassonese a Gibuti

Frate Silvestro Arosio è morto nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 dicembre. Originario di Biassono, era tornato in Africa da un anno missionario a Gibuti. Era stato fino al 2010 responsabile della mensa dei poveri al santuario delle Grazie di via Montecassino a Monza.
Monza Francescani fra Silvestro Arosio
Monza Francescani fra Silvestro Arosio

È morto nella notte tra martedì 14 e mercoledì 15 dicembre, frate Silvestro Arosio, missionario francescano. Si trovava a Gibuti da oltre un anno, a servizio della Caritas locale e dei ragazzi di strada.

Una notizia improvvisa che ha lasciato scossi i tanti amici che frate Silvestro aveva ancora in Brianza, soprattutto a Biassono, dove era nato nel 1956 e dove abita ancora il fratello Luigi con la sua famiglia, e a Monza, dove è rimasto fino al 2010 come responsabile della mensa dei poveri al santuario delle Grazie di via Montecassino.

«È stato il segretario provinciale francescano ad avvisarmi questa mattina presto (mercoledì 15 dicembre, ndr) – spiega frate Alberto Tosini, guardiano della comunità francescana delle Grazie – Per ora non sappiamo ancora nulla. Siamo in attesa di conoscere ulteriori dettagli, anche in merito ai tempi di rientro della salma. Quello che è certo è che non è morto a causa di un incidente o per un evento violento, ma per cause naturali ancora da accertare».

Frate Silvestro era stato molto attivo nell’oratorio di Biassono durante gli anni di gioventù, anche come membro del gruppo di Comunione e Liberazione. Per qualche anno aveva lavorato come operaio alla Boldrocchi prima di seguire la vocazione francescana.

A Monza si era occupato per oltre dieci anni della mensa e del guardaroba dei poveri. Poi era stato inviato a Cividino, in provincia di Bergamo, al confine con Palazzolo sull’Oglio, per animare il centro missionario del convento. L’amore per l’Africa, dove era già stato missionario, è stato più forte e finalmente era riuscito a ripartire l’anno scorso.

È sempre riuscito a mantenere un contatto con i suoi amici sparsi nel mondo grazie ai social. L’ultimo post sulla sua pagina Facebook risale al 13 novembre, un mese prima della sua morte.

«La grande tensione e le lotte tribali in Etiopia condizionano la vita anche da noi a Gibuti. In Caritas abbiamo sempre tanti ragazzi che arrivano dall’Etiopia. A tutti voi chiedo una preghiera per la pace in Etiopia e in tutto il mondo. Io sto bene nonostante le grandi fatiche della vita missionaria in questa zona».