A Monza (esclusi parco e cimitero) un patrimonio di 18mila alberi: così il Comune se ne prende cura

Per la stagione in corso, 2022/23, i dati forniti dall’amministrazione comunale parlano di 389 piante di diversa specie (tra cui aceri, ippocastani, carpini, celtis, platani, prunus, querce e tigli) messe a dimora
Il filare di viale delle Industrie Fabrizio Radaelli

I più anziani, quelli che ci guardano dall’alto in basso assistendo in silenzio allo scorrere delle stagioni e all’alternarsi delle giunte, sono platani, bagolari e ippocastani: gli esemplari più maturi, come per esempio alcuni dei platani e degli ippocastani di via Borgazzi, a occhio e croce hanno superato il mezzo secolo di vita.

Difficile trovare in città (attenzione: il discorso esclude il patrimonio verde del Parco e quello del cimitero di viale Foscolo) alberi più antichi se non, forse, ai boschetti reali. Sono circa 18mila gli alberi di Monza e la metà appartiene ai filari che ombreggiano alcune delle principali arterie della città – da viale Romagna a viale Foscolo, passando per via Borgazzi e via Buonarroti (diciottomila escludendo sempre parco e cimitero). Per la stagione in corso, 2022/23, i dati forniti dall’amministrazione comunale parlano di 389 piante di diversa specie (tra cui aceri, ippocastani, carpini, celtis, platani, prunus, querce e tigli) messe a dimorain sostituzione di quelle non attecchite” l’anno scorso e di altri 50 nuovi alberi (tra cui frassini, carpini e prunus) in diverse aree verdi della città, come via Adda, via Masaccio, via Vecellio e via Buonarroti – e in queste ultime due zone sono arrivate anche un centinaio di piantine forestali donate da Soroptimist.

A Monza da anni in atto la forestazione urbana

Poi ci sono state quelle che hanno trovato casa a Sant’Albino nell’ambito del progetto di riqualificazione di piazza Pertini, 27 in totale, e gli esemplari messi a dimora in memoria di alcuni concittadini, come l’acer campestre dedicato a Matteo Barattieri ai boschetti reali. Faranno aumentare ancora il numero di nuove piantumazioni le 109 “quercus robur fastigiata koster” che arriveranno in viale Fermi grazie al sostegno di BrianzAcque e le cento piante forestali che saranno donate dai Lions. Ma è da anni che le giunte comunali si dedicano ad attività di forestazione urbana: sono state ad esempio circa settemila le piante, tra alberi e arbusti, che hanno messo radici in città nei primi tre anni dell’ex giunta Allevi, andando anche a rinfoltire cortili e aree esterne delle scuole.

«Valutando ovviamente bene gli ingombri, c’è sempre posto per nuovi alberi in città. Anzi, è fondamentale – spiegano alcuni esperti agronomi e botanici monzesi – prevedere importanti interventi di piantumazione nell’ambito dei processi di sviluppo urbanistico. E, soprattutto, che siano aiuole o nuovi filari, è importante farlo utilizzando esemplari di prima scelta: non scarti dei vivai, più economici, come spesso purtroppo accade. Anche il terreno, poi, dovrebbe essere preparato in maniera adeguata. Sembra quasi scontato dirlo ma è bene ripeterlo: gli alberi vivono anche dal tronco in giù, quindi il terreno va dissodato, concimato e curato prima di poterli accogliere».

Nuovi alberi: platani, tigli e celtis i più robusti e si ammalano meno

La pianificazione però deve ormai tenere conto anche di altri importanti fattori, come quelli climatici: «La siccità dell’anno scorso è stata terribile e ha fatto soffrire molto le piante. Ancora non sappiamo come sarà l’estate, ma le previsioni a oggi non sono delle migliori. Per questo è importante iniziare a mettere a dimora alberi che resistano alla siccità». Secondo gli esperti sarebbe meglio preferire platani, tigli e celtis: in particolare, «i platani e i celtis sono più robusti e, anche, sopportano meglio le potature e si ammalano di meno. Una volta messi a dimora, poi, non bisogna trascurare potature e altri interventi di manutenzione»