1918-2018: il centenario della fine della Prima guerra mondiale, inserto speciale con il Cittadino

In occasione del centenario della fine della Prima guerra mondiale, il Cittadino ha pensato di regalare a tutti i suoi lettori uno speciale di 40 pagine che sarà in allegato ai numeri del giornale che usciranno la prossima settimana, giovedì 1 e sabato 3 novembre.
Militari italiani impegnati in una postazione di artiglieria
Militari italiani impegnati in una postazione di artiglieria

Occuparsi di storia in tempi così frenetici è impresa difficile ma necessaria. Un paese che non ha capacità di leggere la propria storia è un paese senza futuro. In occasione del centenario della fine della Prima guerra mondiale, il Cittadino ha pensato di regalare a tutti i suoi lettori uno speciale di 40 pagine che sarà in allegato ai numeri del giornale che usciranno la prossima settimana, giovedì 1 e sabato 3 novembre.

Un inserto che arriva a tre anni di distanza da un’altra pubblicazione che il Cittadino aveva regalato ai propri lettori: se nel 2015, nel profluvio di celebrazioni e ricordi che avevano occupato i giorni dedicati all’anniversario dell’ingresso dell’Italia nella Prima guerra mondiale, si era scelto di puntare tutto sulla nostra storia, ovvero di utilizzare quello che aveva raccontato il giornale cento anni prima (già nel 1915 il Cittadino usciva in due edizioni, il giovedì a Monza e il sabato in tutta la Brianza), quest’anno si è invece scelto di puntare su due filoni: sulle storie anche nuove che la Storia con la S maiuscola riesce ancora a offrire nonostante siano passati cento anni dagli eventi presi in considerazioni; e sulla celebrazione di tutti i morti brianzoli che hanno perso la vita nelle trincee italiane, dal Carso a Caporetto, dall’Isonzo all’Altopiano di Asiago. Per la prima volta saranno pubblicati tutti i nomi dei martiri di Monza e Brianza che hanno perso la vita per difendere il suolo patrio dalle armate degli Imperi centrali. La Storia con la S maiuscola non è mai un capitolo chiuso: e così dalle pieghe del passato riemergono uomini, donne e luoghi che hanno ancora qualcosa da dire, un segreto da svelare. E la storia è diventata cronaca, ad esempio, a Besana in Brianza, dove è stata accolta la salma dell’alpino Rodolfo Beretta, morto sull’Adamello 102 anni fa i cui resti sono stati ritrovati per caso grazie al disgelo nell’estate del 2017. Ma è solo un esempio di quanto si potrà trovare all’interno della pubblicazione.

C’è voglia di riscoprire le nostre radici: lo testimoniano anche i numeri del turismo, che vede una sempre maggiore valorizzazione del patrimonio storico della Grande guerra in Lombardia. E questo perché prima del 2014, solo alcune iniziative, per lo più proposte da soggetti culturali a volte ritenuti “minori”, avevano trovato spazio nei programmi e finanziamenti regionali. Ora invece è crescita anche questa consapevolezza, a livello istituzionale, della necessità di conservare e valorizzare sempre più i resti, ben visibili sul nostro territorio, di quel conflitto.

Ma l’insegnamento più grande lo fornisce proprio il nostro giornale: ha raccontato la guerra, come si direbbe oggi, “in diretta” anche attraverso le lettere dei soldati al fronte pubblicate e destinate a rassicurare i propri cari: che prima della politica, delle Nazioni, delle vittorie e delle sconfitte, al centro della Storia (sempre con la S maiuscola) ci sono le donne e gli uomini che, sono il loro sangue e le loro lacrime, hanno plasmato questa terra.