Sorpresa nell’eredità, beni archeologici del VII secolo avanti Cristo: scatta il sequestro

Una signora milanese ne ha denunciato il possesso alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Milano, che ha informato i carabinieri del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza
I due oggetti archeologici sequestrati
I due oggetti archeologici sequestrati

Una signora milanese si è ritrovata una sorpresa in alcuni beni ereditati: oggetti archeologici risalenti al periodo tra il VII e il III secolo avanti Cristo. Ne ha denunciato il possesso alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città Metropolitana di Milano, che ha informato i carabinieri. I beni in questione, un’anfora etrusco-corinzia, con decorazione geometrica a fasce sovrapposte e motivo vegetale stilizzato sulla spalla, risalente al VII-VI secolo a.C., e una kylix magno-greca a vernice nera con stampiglie sul fondo, databile tra il IV ed il III secolo a.C., sono stati sequestrati dai militari del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale di Monza e messi a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano, che non ha ravvisato alcuna violazione in capo alla detentrice.

L’indagine era stata avviata il 23 ottobre 2020, proprio a seguito della denuncia alla Soprintendenza. Gli accertamenti condotti dal Nucleo brianzolo – per il quale il contrasto al traffico illecito dei manufatti archeologici rappresenta una delle direttrici investigative perseguite, anche attraverso le verifiche dei lotti posti all’incanto da case d’asta nazionali e internazionali – hanno permesso di appurare che i reperti archeologici non erano accompagnati dalla necessaria documentazione attestante il legittimo possesso. La normativa vigente, infatti, prevede sui beni archeologici nazionali una presunzione di proprietà pubblica con conseguente appartenenza allo Stato.

Il privato che intenda rivendicare la legittima proprietà di reperti archeologici è tenuto a fornire la prova che gli siano stati assegnati in premio di ritrovamento, che gli siano stati ceduti dallo Stato o che siano stati acquistati in data anteriore all’entrata in vigore della Legge 20 giugno 1909, n. 364.

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