È stato battezzato pompelmo “Ambrosini”. È una qualità dal colore rosato, particolarmente dolce e con pochissimi semi. La pianta si trova all’interno del giardino degli agrumi della Floricoltura Chiaravalli di via Gondar e la sua storia si intreccia con la storia di Monza e del suo campione olimpico Ernesto Ambrosini, bronzo alle olimpiadi del 1920 ad Anversa nei 3000 siepi.
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VIDEO La nipote racconta Ernesto Ambrosini

«È una pianta che esiste solo a Monza – spiega Davide Chiaravalli, titolare dell’azienda Florovivaista fondata dal bisnonno alla fine dell’Ottocento – nasce dalla pazienza della nuora del campione olimpico, Ines Pogliani Ambrosini che oltre un secolo fa piantò un seme di pompelmo in un vaso».
Con pazienza e anni di cure la pianta di pompelmo diventò bellissima e iniziò a fare i pompelmi rosati.
«I nipoti Ernesto e Antonella per tanti anni la misero ad abbellire l’ingresso del bar tabaccheria di Piazza Carducci che hanno gestito fino a poco tempo fa – prosegue Chiaravalli – fino a quando il comune decise di intervenire con un progetto di sistemazione della piazza e allora la portarono nella mia serra facendomi giurare che non l’avrei mai venduta».
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Promessa mantenuta. Il “pompelmo Ambrosini” troneggia tra le piante “invendibili” della collezione privata di Chiaravalli. Ogni anno dai suoi rami si riproducono decine di talee che vanno a ruba tra i collezionisti e gli appassionati di agrumi.
«Faccio parte di un gruppo internazionale di esperti e appassionati di agrumi – prosegue Chiaravalli – mi è capitato di raccontare questa storia, di mostrare le foto e descrivere la qualità del frutto e si è scatenato un grande interesse. Una collezionista spagnola mi ha richiesto un piccolo esemplare, ma è soprattutto tra i clienti monzesi che c’è la voglia di avere nella propria serra di agrumi una pianta così legata alla storia della città».

Entro l’autunno il pompelmo Ambrosini troverà spazio in una nuova serra in fase di realizzazione, un vero e proprio giardino d’inverno dove le piante saranno messe a dimora direttamente nella terra.
«La nuova serra avrà uno spazio centrale pavimentato che potrà ospitare eventi, cerimonie, cene – spiega Chiaravalli – tutt’intorno invece saranno messe a dimora diverse varietà di agrumi tra quelle raccolte in questi quarant’anni di ricerca».
Quella del pompelmo Ambrosini non è l’unica storia curiosa all’interno delle serre d’agrumi. Una bellissima pianta di mandarini con chioma a corolla arriva da una bellissima villa di Monza.
«Più di trent’anni fa ho venduto questa pianta ad una signora monzese – conclude Chiaravalli – ogni tanto mi chiamava per una potatura o per le cure necessarie che una pianta d’agrumi richiede. L’ultima volta che sono stato da lei ha voluto regalarmela.
“I miei figli la farebbero morire in poco tempo – mi ha detto – invece so che in serra sarà sempre bellissima e riceverà le cure più adatte».