La Cisl fa il punto sulle Case di Comunità a Monza e in Brianza: “Ma il vero problema è la carenza di personale sanitario”

Il punto della Cisl Monza Brianza Lecco su Case di Comunità e Ospedali di comunità a Monza e in Brianza

La Cisl Monza Brianza Lecco, Dipartimento Welfare, fa il punto su Case della Comunità e Ospedali di Comunità in Brianza. “Nel territorio di ATS Brianza – dice Michela Guzzi, referente del dipartimento Cisl – la maggior parte delle strutture è già operativa e a disposizione della popolazione; altre, più complesse, sono ancora in via di completamento”. Per quanto riguarda le Case di Comunità, spiega la Cisl, sono 13 quelle già aperte al pubblico e 4 quelle ancora incomplete, “con data fine lavori tra la fine dell’anno e primavera”. “A marzo 2026, giungeranno a conclusione molti dei progetti del PNRR, compresi quelli previsti dalla Missione 6 – Salute. A cinque anni dal periodo pandemico, sui territori si è lavorato molto – e molto resta ancora da fare – per ridisegnare un modello di sanità più vicino ai cittadini e meno ospedalocentrico”.

“Oltre alle Case di Comunità di Agrate Brianza e Bellusco – spiega ancora la Cisl – grande attenzione è posta su quelle di Monza: attualmente, è attivo solo il presidio di Via Solferino; in questi mesi dovremmo vedere concluse anche la struttura di via Luca della Robbia e quella di via Borgazzi, legata ad un più ampio progetto di rigenerazione urbana dello Spazio 37 (ex sede della Tpm). Anche gli Ospedali di Comunità previsti a Monza, Giussano e Limbiate – aggiunge ancora il sindacato – sono in fase di assestamento e dovrebbero essere pienamente a disposizione della cittadinanza entro i primi mesi dell’anno prossimo”.

Cisl Mb Lecco sulla sanità in Brianza: “Tredici Case già aperte, quattro incomplete”

Ma la sfida più ardua non sono le strutture, i muri, bensì “integrare l’attività sanitaria con quella sociale” cioè costruire una rete di servizi “realmente prossima alle persone” mettendo in connessione mondi professionali, istituzioni e sistemi che per anni hanno lavorato a compartimenti stagni”.

“La riforma sanitaria regionale, in funzione della quale sono stati allocati fondi PNRR, ha previsto momenti di confronto e monitoraggio con le Organizzazioni Sindacali” spiega Michela Guzzi. “Come Cisl Monza Brianza Lecco – insieme a Cgil e Uil – abbiamo partecipato attivamente ai tavoli con le direzioni sanitarie e sociosanitarie del territorio. Abbiamo portato la voce dei nostri iscritti e delegati ma il vero successo dipenderà dalla capacità di ciascun presidio di rapportarsi concretamente al territorio”. “Una funzione che trova la sua incarnazione nelle nuove Centrali Operative Territoriali (COT) – aggiunge – vere cabine di regia dell’integrazione socio-sanitaria, chiamate a coordinare la rete dei servizi sanitari, domiciliari e residenziali per pazienti fragili e cronici. Sul nostro territorio sono previste – e già attive – 8 COT 5 nella provincia brianzola, a cui se ne aggiungono 3 dell’area lecchese”.

Sanità in Brianza: “Il vero scoglio è la carenza di personale sanitario”

Ma il vero scoglio “per la messa a terra della riforma” è la carenza di personale sanitario: “Se già carenza di medici di medicina generale, pediatri e specialisti, o figure come infermieri e OSS negli ospedali, è di per sé allarmante, nel sociale la situazione risulta ancora più complessa. Assistenti sociali, educatori professionali, ASA: profili difficili da reperire e spesso da trattenere”. Ma cosa frena nell’intraprendere questi percorsi professionali? Sempre secondo il sindacato a pesare sono: “Percorsi di formazione sempre più impegnativi, ancorché indubbiamente qualificanti, condizioni di lavoro stressanti, responsabilità elevate, retribuzioni inadeguate e scarsa conciliabilità con la vita familiare”, Un esempio sono gli infermieri: dal 2010 al 2024 le immatricolazioni sono crollate da 46 mila a 21 mila, mentre il fabbisogno negli organici pubblici è salito da 16 a 20 mila unità. “Nel nostro territorio, come confermano ATS, ASST e Comuni, spesso i bandi di concorso raccolgono meno candidature dei posti disponibili, e in alcuni casi non arriva alcuna domanda”.

“La Cisl, unitamente alle sue categorie di riferimento – FISASCAT e FP – sta lavorando con continuità per migliorare le condizioni di lavoro delle professioni sanitarie e sociosanitarie,
rendendole al tempo stesso più attrattive”
ha spiegato Guzzi. “Il rilancio deve poggiare anche – e soprattutto – su condizioni economiche e organizzative adeguate, capaci di riconoscere la complessità e la responsabilità del loro operato”. In questa direzione si inserisce la firma della Funzione pubblica CISL al rinnovo del Contratto nazionale del lavoro 2022-2024 della sanità pubblica: “un risultato importante, che contribuisce a dare risposte concrete ai lavoratori e a rafforzare l’intero sistema sanitario nazionale”.

Sanità in Brianza, la Cisl MB Lecco: “Cosa pensiamo della manovra finanziaria in definizione”

Rispetto invece alla manovra finanziaria in fase di definizione: “come CISL valutiamo positivamente le norme che recepiscono le nostre richieste in tema di rafforzamento delle risorse economiche destinate alla valorizzazione del personale sanitario, consapevoli che l’erogazione di tali importi sarà subordinata alla definizione tempestiva del CCNL 2025-2027” ha commentato la referente dell’ufficio Welfare CISL. “Anche il potenziamento del SSN, con +6.300 infermieri e +1.000 medici previsti, rappresenta un segnale positivo, pur sapendo che sarà necessario incrementare ulteriormente tali investimenti per irrobustire davvero gli organici. Apprezziamo anche l’aumento delle indennità specifiche di ruolo per il personale sanitario, medico e non, e l’introduzione della defiscalizzazione del lavoro notturno, festivo e su turni”. A livello nazionale, sempre in riferimento alla legge di bilancio, “è possibile apprezzare – seppure solo in parte – il rifinanziamento della spesa sanitaria, che torna al 2,6% del PIL, valore registrato nel periodo pre-pandemico, riteniamo tuttavia che ciò non sia ancora sufficiente in relazione alle prospettive demografiche e socio-sanitarie richiamate in precedenza. Positivo anche l’incremento del Fondo Sanitario Nazionale di 2,4 miliardi per il 2026 e di 2,6 miliardi dal 2027, purché tale crescita divenga strutturale e continui anche negli anni successivi”.

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