«Quando è iniziato l’attacco ero l’unica del nostro gruppo sveglia: sono scesa dalla cuccetta, ho sentito i colpi e ho visto le esplosioni». Sarah Brizzolara ha raccontato la paura provata nella notte tra sabato 4 e domenica 5 quando, con altri 109 tra amministratori locali ed esponenti di varie associazioni italiane, era sul treno sfiorato dai razzi lanciati dai russi su Leopoli, in quello che è stato il bombardamento più massiccio della regione dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina.
Monza, Brizzolara i progetti dopo le bombe in Ucraina: la missione del movimento europeo Mean
La consigliera comunale di Monza del Pd, insieme agli altri attivisti, era praticamente al termine della missione di quattro giorni organizzata in diverse città dal Mean, il Movimento europeo di azione non violenta: il convoglio, in viaggio verso la Polonia, è rimasto fermo quattro ore, dalle 2 alle 6, fino alla conclusione dell’attacco.
«Il momento peggiore – ha spiegato – è stato quando la capotreno ci ha detto di tenerci pronti a scendere: fortunatamente non è stato necessario, non siamo stati colpiti e nessuno di noi è rimasto ferito».
In città i missili hanno, però, ucciso alcune persone. «Sapevamo – ha aggiunto la monzese – che i treni e le stazioni sono obiettivi sensibili, temevamo di correre qualche pericolo a Kharkiv, a trenta minuti dal confine russo, ma non a Leopoli». Il raid non è, però, l’evento che l’ha segnata maggiormente: «Siamo stati sempre supportati dall’ambasciata italiana – ha affermato – domenica, al confine con la Polonia, abbiamo superato rapidamente i controlli mentre accanto a noi c’era una lunga coda formata da famiglie con bambini piccoli che cercavano di fuggire, c’erano anziani che, magari, non vedranno più la loro casa. In quel momento mi sono sentita davvero fortunata». Non potrà dimenticare il cimitero di Kharkiv: «È impressionante, una immensa distesa di cumuli di terra con le foto di ragazzi, tutti nati dopo il 2000» morti in guerra.
Monza, Brizzolara i progetti dopo le bombe in Ucraina: l’esperienza e la richiesta
Il gruppo ha conosciuto chi da oltre tre anni soffre e sopravvive sotto i missili e ha incontrato chi aiuta la popolazione: gli Scout di Kharkiv, i docenti dell’università che hanno proposto di organizzare videochiamate e un gemellaggio virtuale con gli studenti italiani, gli amministratori locali che hanno costruito scuole interrate in cui i ragazzi possono continuare a studiare, gli artisti del Teatro dell’opera di Kharkiv, distrutto dalle bombe, che hanno suonato per loro. «Tante persone ci hanno ringraziato per la nostra presenza – prosegue – e ci hanno sollecitato a tenere alta l’attenzione sul loro Paese».
Ora gli amministratori italiani proveranno ad attuare alcuni progetti proposti dai loro colleghi ucraini: «Ci hanno chiesto di accogliere i ragazzi durante l’estate – ha detto Sarah Brizzolara – ne parlerò con Paolo Pilotto». E al primo cittadino ha portato una statuetta in vetro donata dal sindaco di una piccola città.