Monza, polizia penitenziaria: il lavoro nel carcere di Sanquirico sovraffollato tra cellulari (e droga)

Monza festa Polizia Penitenziaria - foto Radaelli
Monza festa Polizia Penitenziaria – foto Radaelli Fabrizio Radaelli

È tornata in piazza Trento e Trieste a Monza la festa del Corpo della Polizia penitenziaria, che ha ricordato i 208 anni dalla sua fondazione. Cerimonia ai piedi del monumento ai caduti con le autorità, soprattutto erano presenti le donne e gli uomini che operano in via Sanquirico e non solo in reparto. In piazza anche una rappresentanza dell’unità cinofila, gli agenti del nucleo investigativo e della Dia. Sono 36.614 le unità della Polizia penitenziaria operative in Italia, impegnate nei 190 istituti per adulti e nei 17 dedicati ai minorenni.

Monza festa Polizia Penitenziaria - foto Radaelli
Monza festa Polizia Penitenziaria – foto Radaelli

Monza, polizia penitenziaria: i numeri e il bilancio

Nella casa circondariale di Monza prestano servizio 292 agenti per una popolazione detenuta di 735 persone, a fronte di una capienza massima di 411 detenuti. Nel 2024 sono stati 892 i nuovi giunti e 882 i ristretti che hanno lasciato il carcere di Monza anche con misure alternative. Oltre 2500 le traduzioni per motivi sanitari, verso altre strutture o il tribunale. Sempre lo scorso anno gli agenti del carcere di Monza hanno predisposto 36 piantonamenti, sono stati ritrovati nascosti nelle celle 13 cellulari e si è proceduto a 8 denunce per possesso di stupefacenti e 3 arresti.

Monza festa Polizia Penitenziaria - foto Radaelli
Monza festa Polizia Penitenziaria – foto Radaelli

Monza, polizia penitenziaria: gli agenti hanno accresciuto le loro competenze

È il comandante Anniciello, attraverso i numeri, a fotografare il lavoro costante e difficile svolto quotidianamente dagli agenti in servizio in via Sanquirico: «Il sovraffollamento è oggi la difficoltà maggiore che dobbiamo affrontare nel carcere di Monza. Questo crea grosse problematiche in termini di gestione dei detenuti ma anche di convivenza tra gli stessi ristretti».
Un mestiere che negli anni ha visto crescere le competenze richieste agli agenti in servizio: non più solo custodia ma anche capacità di ascolto e sempre più spesso di empatia verso i ristretti. «Oggi a causa del sovraffollamento e dell’aumento di giovani adulti detenuti tossicodipendenti e psichiatrici il nostro lavoro si è molto più umanizzato. Siamo impegnati quotidianamente nel processo rieducativo dei detenuti, ed è una parte importante del nostro mandato istituzionale».

Durante la cerimonia sono stati premiati anche gli agenti che maggiormente si sono distinti in atti di valore. Come il team che ha rinvenuto in una cella un microcellulare o gli agenti che sono riusciti a salvare un detenuto che si era impiccato alle sbarre.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.