Monza e Brianza: la dura vita dei locali tra il nuovo codice Salvini e il costo della vita

Monzesi e brianzoli si (ri)scoprono morigerati. E sobri. Le nuove norme del codice della strada fanno paura, ma contano costo della vita e nuove abitudini.
Un bicchiere di vino
Un bicchiere di vino Gianatti

Niente più ammazzacaffè a fine pasto, ultima birretta al bancone o bicchiere della staffa al tavolo: monzesi e brianzoli si (ri)scoprono morigerati. E sobri. Le nuove norme del codice della strada fanno paura agli automobilisti: la stretta sull’alcol ha portato subito a una diminuzione dei consumi di vino, birra e superalcolici.

Monza e Brianza: la dura vita dei locali, parla il ristoratore

«Ormai il vino si ordina al calice – spiega Vincenzo Butticè titolare, con i fratelli Antonella e Salvatore, del ristorante Il Moro di Monza – e chi prende comunque una bottiglia non la finisce al tavolo: preferisce portarla a casa e berla in tranquillità sul divano. Una contrazione nei consumi noi l’abbiamo vista subito, ed è stata del 20% circa. Per questo stiamo inserendo nel menù nuovi cocktail analcolici e anche degustazioni di piatti accompagnati da un calice di birra. Lo preciso, anche se va da sé: non siamo contrari all’entrata in vigore di queste nuove norme che, proprio perché più rigide, possono contribuire a garantire maggiori condizioni di sicurezza per chi guida, e non solo. Il punto è che il territorio non offre molte possibilità di spostamento, se non l’utilizzo di mezzi privati. Su questo aspetto bisognerebbe ragionare e trovare soluzioni, utili soprattutto per chi viene a Monza da altre zone della provincia».

Monza e Brianza: la dura vita dei locali, il cambiamento di abitudini

Diego Mazzucchelli, amministratore unico di Sdm Holding e membro della giunta di Confcommercio Monza, allarga i contorni della questione: «Sui locali che fanno ristorazione al momento per noi incide poco, ovviamente pesa di più sul birrificio, dove abbiamo notato una contrazione dei consumi pari al 10-15%. C’è da dire, però, che ormai da diverso tempo, a prescindere dal nuovo codice della strada, i più giovani hanno iniziato a stare molto attenti al consumo di alcolici, e per fortuna. Dopo l’esplosione registrata al termine della pandemia, quando la voglia di uscire era fortissima, ora stiamo notando un nuovo cambiamento nelle abitudini dei nostri clienti: si esce un po’ meno, se c’è una partita in tv si approfitta per guardarla a casa. C’è, ovviamente, anche meno possibilità di spendere, con il costo della vita che continua ad aumentare. Lato nostro questo si traduce in un’ennesima riduzione dei margini di guadagno: non c’è possibilità di sbagliare, perché non te lo puoi permettere. Così, per garantire comunque la migliore qualità del servizio, devi stare attento a ogni singolo elemento: dal costo del personale alla proposta di prodotti stagionali fino allo spegnere quella lampadina che è inutile che resti accesa».

Per questo motivo è difficile trovare nei menù dei locali della holding – tra cui il Turné di via Bergamo – «il polpo, il salmone e alcuni tagli di carne. Spingiamo molto sulla cucina vegetale, ambito in cui di recente stiamo facendo anche alcune nuove sperimentazioni riguardo le bevande fermentate, molto particolari dal punto di vista del gusto e naturalmente analcoliche, più che mai adatte a questi tempi»