“Violenza di genere. Tu la conosci?”. È stato il tema dell’incontro nella sala Gandini di via 24 maggio, promosso dall’amministrazione comunale di Seregno, nel quale lunedì 17 marzo sono stati presentati e commentati i risultati di un questionario all’interno del service “La forza in uno sguardo”, voluto dai Lions Club Seregno Brianza e Seregno Aid e coordinato da Mariapia Ferrario, che ha coinvolto gli utenti di una quarantina di farmacie e gli studenti del liceo Parini. La serata, condotta da Emanuela Citterio, è stata aperta dagli interventi di Laura Capelli, assessore comunale seregnese alle Politiche sociali, Egidio Riva, assessore comunale monzese a Welfare e salute e presidente della Rete Artemide, Massimo Fornasari, presidente del Lions Club Seregno Brianza, e Maurizio Orlando, presidente del Lions Club Seregno Aid. Nel merito dell’indagine è poi entrata Mariapia Ferrario, che ha spiegato come «nel 2023 in piazza Segni abbiamo distribuito un primo questionario sulla violenza di genere, ricevendo trecento risposte. Nel 2024 ne abbiamo quindi costruito uno più articolato, con una prima parte dedicata all’anagrafica anonima, una seconda che ha approfondito la percezione delle tipologie di violenza ed una terza propositiva. In questo caso, le risposte sono state duecentocinquantotto, cui vanno sommate le settantuno degli studenti del liceo Parini, interpellati dopo un percorso di formazione».
Violenza di genere: i contributi dei professionisti coinvolti
Il microfono è in seguito passato a Linda Serafini, psicologa e psicoterapeuta, e Linda Recchimuzzi, avvocato patrocinante in Cassazione, collaboratrici del centro antiviolenza White Matilda, che hanno analizzato il contenuto emerso dalle compilazioni. Le dieci domande, ciascuna con tre possibili risposte, hanno provato ad indagare la conoscenza del fenomeno della violenza di genere e di tutto ciò che si porta appresso. «Da me -ha spiegato Recchimuzzi– arrivano persone che hanno paura, perché hanno subito una violenza. Il mio compito è quello di dire che ci sono, senza obbligare nessuno a denunciare. Dobbiamo proteggere in particolare le mamme che hanno figli minorenni: è giusto evidenziare che chi denuncia non perde i bambini, ma li tutela. Purtroppo, è più facile dimenticare il dolore che metterlo nero su bianco». Serafini ha di suo aggiunto che «la maggior parte delle persone ha risposto correttamente alle domande e dimostrato una buona conoscenza della violenza di genere». Flavio Ciarini, sovrintendente della Polizia di Stato di Monza ed esperto di tematiche minorili, ha infine illustrato che «spesso mi sono trovato di fronte a donne che non avevano intenzione di denunciare per una mancanza di prospettiva. Molte non credono in un futuro migliore dopo la denuncia». Una delle cause di questa particolarità è stata individuata nella dipendenza economica della donna dal partner violento.