Dovranno lasciare entro la fine di aprile gli appartamenti in cui abitano da anni nelle vie Guardini, Salvadori e Silva i quattro inquilini sfrattati dal Comune di Monza per morosità colpevole: piazza Trento e Trieste ha avviato nei giorni scorsi le procedure per l’esecuzione dei provvedimenti.
Monza, case comunali: «Non è mai un successo, l’ultima tappa di un percorso»
«Quando si arriva a questo punto non è mai un successo – afferma l’assessora alle Politiche abitative Andreina Fumagalli – lo sfratto è, però, l’ultima tappa di un percorso che può durare anche un paio di anni e che riguarda solo chi rifiuta di ripianare il debito, rateizzandolo». Gli arretrati accumulati da quelli che vengono definiti grandi morosi ammontano a svariate migliaia di euro: «Noi – assicura l’assessora – non mettiamo in strada nessuno e cerchiamo, prima di tutto, di salvaguardare i minori, le persone con disabilità e gli anziani. Da tempo all’ufficio alloggi opera un’assistente sociale che cerca di aiutare le famiglie in difficoltà ad affrontare e superare i problemi: c’è, però, chi non si lascia consigliare» e, magari, ha altre abitazioni a disposizione fuori Monza.
Monza, case comunali: le procedure
Le procedure di sfratto vengono attivate dopo che gli inquilini ignorano ripetutamente le richieste di colloqui inviate dagli uffici nel tentativo di pianificare il rientro dai debiti: a quel punto viene spedito un pre avviso di decadenza dal diritto di occupare l’alloggio, seguito dal decreto di decadenza e dall’incarico all’avvocatura comunale di avviare l’iter per liberare l’appartamento. Ogni anno, in genere, il percorso arriva alla fine per non più di quattro famiglie: «Si tratta di una questione di giustizia – commenta la Fumagalli – anche nei confronti di quei nuclei, che nonostante le difficoltà, pagano regolarmente o accettano la rateizzazione di quanto dovuto».