Monza, il San Gerardo diventa Irccs: via libera della conferenza Stato-Regioni

Via libera della conferenza Stato-Regioni alla trasformazione dell'Asst di Monza in Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico.
Ospedale san Gerardo
L’ospedale San Gerardo di Monza Fabrizio Radaelli

Arriva il via libera della conferenza Stato-Regioni per la trasformazione dell’ospedale San Gerardo di Monza in Irccs, Istituto di ricerca e cura a carattere scientifico: il nuovo entro raggruppa sia l’Asst, sia la Fondazione Mamma Bambino Monza Brianza (FMBBM) e la Fondazione Tettamanti e diventeranno, insieme, un nuovo soggetto sanitario con finanziamenti ulteriori rispetto a quelli standard e con una vocazione specifica, quella di ambito pediatrico e onco-pediatrico.

In base allo statuto, approvato il 14 dicembre 2021 in giunta regionale, il consiglio di amministrazione vedrà allo stesso tavolo un rappresentante del Ministero, quattro di Regione Lombardia, uno del Comune di Monza, uno della Fondazione Tettamanti-De Marchi, uno della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma. Con l’insediamento del cda l’Irccs diventerà a tutti gli effetti operativo. Il primo compito del Consiglio di amministrazione sarà infatti la nomina del presidente di Irccs (indicato dal presidente di Regione Lombardia, sentito il ministero), quindi tutte le figure di vertice tra cui il direttore generale, il direttore scientifico, amministrativo e sanitario e il comitato tecnico-scientifico. 

Irccs San Gerardo di Monza: che cosa sarà

La spina dorsale del nuovo Irccs sarà l’area pediatrica, lo studio e la cura delle malattie genetiche rare e le oncoematologie, ma l’istituto di ricerca e cura a carattere scientifico in realtà comprenderà in modo trasversale tutti i reparti dell’attuale San Gerardo.

Per Attilio Fontana, presidente della Lombardia, “un riconoscimento che rende merito a una struttura di eccellenza, punto di riferimento non solo della Brianza, ma di tutta Italia. Con il San Gerardo salgono a cinque gli Irccs di natura pubblica in Lombardia portando a diciannove il numero complessivo di quelli presenti nella nostra regione, considerando quelli di natura privata”, mentre per Letizia Moratti, vice di Fontana e assessore al Welfare lombardo, che giusto una decina di giorni fa aveva dato a Monza rassicurazioni sull’iter ricevute dal ministero (al quale ora spetta l’ultima parola), “il completamento del percorso che porta a un nuovo Irccs lombardo, pubblico, dopo 40 anni rappresenta un risultato di grande prestigio per la sanità pubblica regionale, per la Brianza che vede premiata una sua eccellenza, e per l’intero Paese. La ripresa dell’Italia e della Lombardia dopo la pandemia passa anche dal pieno realizzarsi di queste eccellenze per una sanità sempre più al passo coi tempi dove competenze, innovazione e ricerca possano essere messe al servizio della collettività con qualifiche di altissimo profilo anche nel panorama internazionale”.

Dai banchi dell’opposizione anche Marco Fumagalli (M5S), attento al percorso del riconoscimento, ha fatto sapere che il risultato “è motivo di grande soddisfazione, avendo per primo proposto tale soluzione nell’ambito del riassetto delle Asst brianzole. L’allora ministro Grillo (M5S, primo governo Conte, ndr), con entusiasmo, approvò la proposta nell’ottica del potenziamento della sanità pubblica lombarda per troppi anni trascurata. Mi auguro che questa scelta rappresenti un punto di svolta, rispetto alla presenza dei privati e non sia un semplice episodio dettato dalle tempistiche della campagna elettorale. Il pieno coronamento di questa iniziativa dovrebbe essere la nomina di Giovanna Ceribelli nel collegio sindacale dell’Irccs, al fine di dare certezza della conduzione in un contesto di trasparenza e legalità”.

Con il San Gerardo cinque Irccs pubblici lombardi

Per Fabrizio Sala, assessore lombardo all’innovazione, si tratta infine di “un importantissimo valore aggiunto per tutto il territorio oltre che una conferma per uno dei migliori presidi della Lombardia” e il cambio di rotta dovrebbe tradursi in “investire con convinzione su ricerca e innovazione. Per questo Regione Lombardia ha istituito un Programma Strategico Triennale per la Ricerca che muove risorse per 1,5 miliardi di euro, che si aggiungono ai fondi europei per la ricerca pari a 2 miliardi di euro, il doppio rispetto alla precedente programmazione”.

Ora, ricorda Regione Lombardia, la rete degli Irccs pubblici lombardi cresce e, accanto all’Istituto dei tumori, al Besta e al Policlinico di Milano e al San Matteo di Pavia, gli enti di ricerca e cura diventano cinque. Il riconoscimento monzese completa un percorso iniziato nel 2019 e che aveva dovuto subire un rallentamento a causa della pandemia, poi ripreso nella seconda metà del 2021.