All’interno del corposo programma di iniziativa creato dall’assessorato alla cultura del comune di Meda per ricordare i dieci anni di Medateca, alla sala civica Radio, mercoledì 6 aprile, in collaborazione col festival storico letterario Voci della Storia e Un mondo di libri, il giornalista e critico letterario Piero Dorfles, che per la Rai ha curato diversi programmi radiofonici e televisivi tra cui “Il baco del millennio” e “ La banda” e che da anni affianca i conduttori della fortunata trasmissione televisiva “ Per un pugno di libri” su Rai3, condotto da Eva Musci ha introdotto il contenuto del suo libro “Il lavoro del lettore-perché leggere ti cambia la vita”, edizione Bompiani. L’assessore Fabio Mariani, nell’introdurre la serata ha porto il benvenuto all’ospite e al folto pubblico presente
Dorfles ha iniziato col dire: “chi non sa leggere si trova un po’ nella condizione di chi non sa nuotare: non ha la di fare un’esperienza unica. Poiché nella vita quotidiana però chi non legge libri sembra cavarsela benissimo, verrebbe da pensare che l’incapacità di leggere abbia poco a che fare con la capacità di essere bravi cittadini, lavoratori competenti, persone rispettose ed empatiche. La realtà però è che chi non legge difficilmente troverà altrove quello che chi legge trova nei libri”.
Ha proseguito spiegando che “nei libri c’è la storia dell’uomo, con le sue conquiste e i suoi fallimenti. Ci siamo noi, con i nostri sentimenti, sogni, azioni; c’è quell’esperienza simbolica che ci spinge a sviluppare ingegno, fantasia e immaginazione. I libri sono una delle risorse più straordinarie per salvarci dalle prove della vita: chi sa leggere lo fa anche di fronte alle ansie più drammatiche, alle angosce più profonde, ai dolori più esacerbanti”.
Piero Dorfles ha illuminato le prospettive che la letteratura può aprire. Il libro “ Il lavoro del lettore” contiene, senza avere alcuna pretesa esaustiva, opere classiche raggruppate per grandi temi, quelli centrali dell’esperienza umana. Con la sua personale ricognizione ha inteso dimostrare che il lavoro del lettore è il più bello che esista. Nella pagine del libro ha esplorato alcuni grandi temi posti al centro dai classici della letteratura: dall’isola alla guerra, dall’amore all’indagine poliziesca, dal passeggiare alla distopia, dall’inetto alle ziette. Lo ha fatto scegliendo di indicare per ognuno dei temi una serie di romanzi, anche meno conosciuti, di cui ricorda la trama e lo stile, offrendo così anche preziosi consigli di lettura.
Dorfles ha ricordato il capitolo di “Se questo è un uomo” in cui Primo Levi parla dell’Ulisse di Dante al suo compagno di prigionia e si sforza di recitare i versi a memoria. La letteratura ci ricorda che siamo umani anche quando tutto sembra negarlo. I libri, la lettura, non portano certezze, ma dubbi. Non felicità, ma conoscenza. Non spiegano il perché della vita, ma stimolano a porre domande e a essere consapevoli di sé. Non possono superare la difficoltà di trovare un senso al nostro essere, ma ci permettono di allontanare il rischio di perderci nel nulla e ci impongono di mettere al centro di tutto la vita. Di chiederci perché, appunto, siamo, oggi, qui. Ha concluso cosi: “quando sento qualcuno che dice di non leggere perché non ha tempo, perché è difficile orientarsi tra i troppi libri che escono, e che comunque costano troppo, so per certo di avere davanti una persona che non sa leggere. Non intendo dire che si tratta di un analfabeta, perché per fortuna l’analfabetismo primario è quasi del tutto sconfitto, in Italia. E nemmeno che si tratta di un analfabeta funzionale, e cioè persona che sa leggere e scrivere ma non è in grado di capire frasi complesse. Intendo dire che non è in grado di affrontare la lettura di un libro, di un testo lungo, di un’opera intera e complessa, anche di centinaia di pagine”.