Vimercate, omicidio di via AdigeA Oreno il turismo dell’orrore

Come ad Avetrana, a Cogne e a Novi Ligure: il luogo del delitto di Antonio Campanini e Azucena Moreno Laino, a Oreno di Vimercate, attira curiosi. È il turismo dell'orrore, che questa volta ha come meta la villetta di via Adige 23.
Vimercate, omicidio di via AdigeA Oreno il turismo dell’orrore

Vimercate – Via Adige 23. L’indirizzo entra nell’ampio stradario italiano del cosiddetto turismo macabro, fenomeno a crescere in un’Italia stretta e immersa, come in una fiction, nell’assedio mediatico ai luoghi dell’orrore e che unisce il Paese da nord a sud, da Garlasco ad Avetrana, da Erba a Perugia, da Cogne a Novi Ligure.

Anche la villetta dov’è avvenuto il duplice omicidio dell’anziana coppia orenese nei giorni scorsi è stata cercata a ricercata non solo dai giornalisti ma anche da curiosi che inseriscono queste macabre mete nelle gite da fine settimana e che, in qualche caso, arrivano a farsi immortalare con i telefonini che, sullo sfondo, inquadrano i luoghi di efferati fatti di sangue. Subito dopo il delitto, sul tratto di tangenziale est che lambisce via Adige si sono registrati rallentamenti del traffico, con le auto alla moviola per catturare qualche spicchio di casa o di via e per riconoscere le immagini viste in tv. Nel fine settimana, quando i ritagli di tempo diventano più ampi, i curiosi sono aumentati.

Qualcuno non si è limitato all’inquadratura dalla tangenziale e qualche curioso si è avventurato più vicino. C’è chi ha lasciato l’auto poco distante e si è inoltrato all’interno, raggiungendo la strada e l’abitazione. A questo viavai si è affiancato tra i vimercatesi, nella frazione come in città, un fermento crescente di commenti, ipotesi, ricostruzioni. L’argomento tiene banco per strada, nei negozi, nei bar. In tutte le occasioni quotidiane d’incontro e di saluto, il giallo di Oreno domina. Il civico 23 di via Adige, fino a dieci giorni anonimo recapito, non può che essere scrutato con apprensione e con inquietudine.

L’orrore di un assassinio impregna i luoghi e quasi li anima, segnandone spesso il destino. È accaduto molte volte, e i casi noti abbondano. Si pensi alla strage di Erba: la casa dove trovarono la morte il piccolo Youssef con la madre, e altre due persone, è stata donata alla Caritas per essere trasformata in una rifugio accogliente e sicuro. La residenza del Circeo dove, nel 1975, tre giovani della Roma bene massacrarono e torturarono due ragazze procurando la morte di una di loro, è da allora rimasta chiusa per decenni. I proprietari, i genitori di Andrea Ghira, uno dei violentatori, non vi misero più piede e riuscirono a venderla solo qualche anno fa. A Cogne, in Val d’Aosta, la casa dove venne assassinato il piccolo Samuele Lorenzi resta tra le location dell’orrore più gettonate.

La villa è rimasta com’era e non è in vendita. Francesco De Nardo è invece sempre rimasto nella villetta dell’orrore di Novi Ligure, dove undici anni fa la figlia Erika con il suo fidanzato Omar, allora entrambi minorenni, uccisero a coltellato la madre e il fratellino. È tornata in affitto la villetta di via della Pergola dove venne assassinata la studentessa inglese Meredith Kercher, mentre la casa sulle colline veronesi dei coniugi Maso, sterminati dal figlio Pietro nel 1991, è stata venduta.
Anna Prada