Brugherio – Candy apre in Cina. Ma i sindacati sono preoccupati per il futuro italiano della società della famiglia Fumagalli. A poco più di un anno dall’annuncio del progetto, Candy group ha inaugurato un nuovo sito produttivo in Cina. Uno stabilimento che ha aperto i battenti nella cittadina di Jiangmen nella provincia del Guangdong.
«Il mercato asiatico è in forte espansione, con ottime potenzialità, in cui il gruppo Candy sta investendo per supportare la crescita del prossimo futuro – hanno spiegato dall’azienda brugherese nei giorni scorsi – L’investimento ammonta a 35 milioni di euro ed è finalizzato alla produzione di 2 milioni di lavabiancheria l’anno». Numeri importanti insomma. Soprattutto in tempi di crisi. E anche per questo motivo lo scorso 14 novembre si è tenuta una grande cerimonia d’inaugurazione cui erano presenti il presidente di Candy Aldo Fumagalli, Massimo Baldassarre del consolato italiano a Guangzhou, il presidente della Camera di commercio Italo Cinese Mario Zanone Poma, i vertici istituzionali di Jiangmen e Guangzhou.
«È necessario affacciarsi a nuovi mercati per sfuggire alla recessione dei Paesi europei – ha dichiarato lo stesso Aldo Fumagalli – ora abbiamo uno dei più grandi stabilimenti del mondo. Il vantaggio è la prospettiva di crescita, che in Europa è sempre più difficile. Il mercato cinese è un asse di crescita: ogni anno assorbe 20 milioni di lavabiancheria, contro la quota di 1,5 milioni dell’Italia».
Ecco, l’Italia. È questo il tema che sta a cuore ai sindacati nostrani. Claudio Cerri della Fiom-Cgil nei giorni scorsi ha così commentato la notizia dell’apertura dello stabilimento cinese: «Mentre in Asia si fanno investimenti – ha spiegato – qui si ricorre alla cassa integrazione. Scopriamo da comunicati stampa che i soldi per aprire fabbriche ci sono, ma al contempo si annunciano per il 2013 già quindici settimane di cassa integrazione».
E anche per questo motivo Cerri ha già in agenda alcuni appuntamenti fondamentali volti a chiarire il futuro dei lavoratori brugheresi: «L’azienda deve dare delle spiegazioni agli oltre 1.200 lavoratori impiegati nel sito brianzolo – ha aggiunto – Per questo la prossima settimana avremo un incontro al ministero dello Sviluppo economico per chiedere che conto dei piani aziendali. Non solo. Nella seconda metà di dicembre avremo un incontro in Confindustria a Monza direttamente con la società. Anche in quella sede chiederemo sicurezze per il futuro italiano di Candy».
Lorenzo Merignati