Monza – L’inchiesta sulla gestione dell’autodromo arriva anche in via Longhi, sede de Il Cittadino. Sotto esame dei militari della Guardia di Finanza, le fatture per le inserzioni pubblicitarie pubblicate in questi anni per reclamizzare gli eventi dello storico impianto monzese, finito al centro di un’indagine della magistratura, condotta dai pm Caterina Trentini e Walter Mapelli, che punta a dimostrare la gestione «personalistica» da parte dei vertici di Sias spa, la società che gestisce le attività dell’Autodromo per conto di Aci Milano, un ente pubblico che si avvale di soldi dei contribuenti. Le indagini della Guardia di Finanza di Monza, dopo la chiusura della prima tranche di indagine, guardano ora alla gestione contabile di Sias e ai controlli patrimoniali dei circa 30 dipendenti della società. Un nuovo filone che si avvale anche di accertamenti tramite rogatoria all’estero. Il sospetto è che grandi somme di denaro possano essere state nascoste al Fisco. Ma a colpire, secondo quanto riferiscono dall’ufficio legale di Sias, è il dato in base al quale, nonostante il periodo economico per nulla favorevole, gli incassi dell’Autodromo di Monza, a parità di afflusso di pubblico, sono raddoppiati.
L’esempio è quello del campeggio di Santa Maria delle Selve a Biassono che, assieme al Gp Village, ha incassato 180mila euro a fronte dei 77mila dell’anno precedente. L’effetto dell’inchiesta sembra aver dato una boccata di ossigeno ai bilanci di Sias. Se è vero poi che persino il custode lucrava sui biglietti delle competizioni minori, come sostengono le accuse dei pm, allora viene da pensare che ora la gestione sia più trasparente. Il primo a sollevare i dubbi era stato, all’inizio dell’anno scorso, l’allora presidente Paolo Guaitamacchi, partendo proprio dagli appalti per i servizi ristorazione. La tesi della Procura è che Sias registrava perdite, sulle concessioni dei campeggi o delle aree per parcheggiare, a seguito di concessioni troppo generose ai fornitori esterni.
Appalti dati agli ‘amici’ e altro ancora è finito nel calderone di accuse della prima tranche di inchiesta: 17 indagati ai quali vengono contestati a vario titolo 20 capi di imputazione. I guai peggiori da palazzo di giustizia arrivano dunque per l’ex numero direttore Enrico Ferrari, accusato di falso, turbativa d’asta, corruzione e di usura. Accuse anche per aver fatto installare il campeggio a Biassono, nonostante l’area individuata fosse destinata a parcheggio pubblico.
Guai, dunque, per l’assegnazione dei servizi di ristorazione: un presunto favoritismo a favore della Duepi di Emanuele Vialardi e di Federica Evangelista. Nel mirino dei pm anche la concessione del permesso di costruire un impianto di distribuzione stradale di carburanti ‘alternativi’ nel parco. Tre i funzionari pubblici monzesi indagati: sono Giuseppina Panuccio, in qualità di «responsabile del settore sviluppo economico», Mauro Ronzoni, e Giuseppe Laurenza. Verso la risoluzione del contratto Ferrari, già fuori Giorgio Beghella Bartoli, ex direttore tecnico di pista (coinvolto nello scandalo bolle d’asfalto).
In attesa dell’arrivo del nuovo manager dell’Autodromo Alfredo Scala, va ricordato anche che ha pagato Guaitamacchi, l’uomo che ha presentato denuncia, al quale è stato dato il benservito dal consiglio di Ac Milano.
Federico Berni