Monza, occhio a quel che si mangia «Senza l’enzima dao cefalea sicura»

Occhio a quel che si mangia. E’ l’avvertenza del dottor Antonio Maria Pasciuto, 59 anni, fondatore della Associazione italiana di medicina ambiente e salute . Alcuni cibi ricchi di proteine scatenano l’istamina e si è bassi di enzima dao arriva il mal di testa.
Antonio Maria Pasciuto, esperto di medicina e ambiente
Antonio Maria Pasciuto, esperto di medicina e ambiente

Occhio a quel che si mangia. E’ l’avvertenza del dottor Antonio Maria Pasciuto, 59 anni, fondatore della Associazione italiana di medicina ambiente e salute e membro del consiglio direttivo di Europaem,

Venuto a Monza per un convegno sul tema del rapporto cibo-cefalea, organizzato dal Cam, ha spiegato la sua tesi. Punto di partenza: il rapporto tra l’istamina e l’enzima diaminossidasi (dao) coinvolto nella metabolizzazione dell’istamina.

L’istamina è un ormone prodotto dal sistema immunitario del nostro corpo. E’ quello che si mette in circolo quando si ha in corso un’allergia, tanto è vero che si prendono farmaci antistaminici. Non solo, l’istamina si trova anche in alcuni cibi come il vino rosso, lo spumante, la birra, il pesce conservato, come il tonno, ie l formaggio fermentato, come il parmigiano, alimenti ad alto tasso proteico.

Ebbene la tesi del professore, supportata da studi clinici ed esperienza sul campo, è questa: se il soggetto ha una deficienza di enzima dao, può insorgere il mal di testa.

«Il soggetto –dice – si trova esposto a una quantità d’istamina che non riesce a metabolizzare e che diventa dunque la causa scatenante della cefalea». Così, se nel soggetto sano il dao pensa a metabolizzare ed eliminare l’istamina, tutto funziona per il meglio; se un individuo invece presenta un deficit nella produzione dell’enzima dao, essa non viene eliminata e si accumula nel corpo, dando origine a una serie di disturbi, tra cui la cefalea.

Il punto: diversi studi clinici, secondo il dottor Pasciuto, hanno rilevato che il 95% dei pazienti affetti da cefalea presentano un deficit nell’attività dell’enzima dao. Quindi?

«La prima cosa da fare è verificare il livello di enzima dao con un esame del sangue mirato. Se dall’esame emerge un basso tasso di dao il medico curante proporrà una corretta terapia a seconda del quadro clinico del paziente. Naturalmente si dovrà fare molta attenzione nell’individuare quali siano gli elementi che provocano o rendono più incisivi gli attacchi e nel ridurre o evitare i cibi che contengono istamina. Un aiuto efficace può essere rappresentato poi dall’assunzione di enzima dao esogeno sotto forma di integratore alimentare». Senza nascondere che l’assunzione di alcuni farmaci può avere un effetto boomerang: essendo inibitori del dao, se assunti, arriva di sicuro il mal di testa.