Monza, nuove norme giudiziarie mandano liberi ladri e spacciatori

C’è il ladro d’appartamento di Paderno, o il piccolo spacciatore di Seveso. Entrambi recidivi, e arrestati dai carabinieri. Eppure, per loro niente carcere. Misura cautelare che la procura non può chiedere, in virtù di una recente riforma legislativa, passata quasi sotto silenzio, ma destinata certo ad alimentare polemiche, se non si corre preso ai ripari.
Monza - Le nuove norme sono finalizzate ad evitare il sovraffollamento delle carceri
Monza – Le nuove norme sono finalizzate ad evitare il sovraffollamento delle carceri

C’è il ladro d’appartamento di Paderno, o il piccolo spacciatore di Seveso. Entrambi recidivi, e arrestati dai carabinieri. Eppure, per loro niente carcere. Misura cautelare che la procura non può chiedere, in virtù di una recente riforma legislativa, passata quasi sotto silenzio, ma destinata certo ad alimentare polemiche, se non si corre preso ai ripari.

Entrato in vigore lo scorso 28 giugno, in base al dl 92/2014 (che ha modificato l’articolo 275 comma II bis del codice di procedura penale), “non può applicarsi la misura della custodia cautelare in carcere, se il giudice ritiene che, all’esito del giudizio, la pena detentiva da eseguire non sarà superiore a tre anni”. Una novità normativa che ha già provocato diverse polemiche in tutta Italia.

Stando così le cose, infatti, (sulla questione pesa una certa confusione interpretativa) la norma va a vantaggio di stalker, responsabili di violenze domestiche, ladri e spacciatori, visto che in molti casi, le pene erogate sono inferiori a 3 anni.

L’intento del provvedimento è quello di alleggerire il sovraffollamento delle carceri, ma il decreto ha già suscitato dubbi e perplessità. Due esempi brianzoli di questa settimana. Il 29 luglio viene arrestato a Paderno Omer Feratovic, nato a Roma 24 anni fa, senza fissa dimora. L’accusa è di essersi introdotto nell’apparamento di un condominio di via Lodi, per rubare un paio di orecchini, una collana, e due spille, dopo aver forzato con un cacciavite l’infisso della porta finestra del balcone. In questo caso la procura ha chiesto il carcere, “ritenuto che la pena possa essere superiore ai 3 anni”, visto che per il reato di furto si va da 3 a 10 anni. Ma vista la giovane età, la mancanza di precedenti, anche la circostanza sulla possibilità di riqualificare il reato nella fattispecie del “tentativo”, è difficile che possa finire dietro le sbarre..

Altro caso quello di Chrkaoui El Khattab, marocchino 39 anni, in Italia senza fissa dimora. Arrestato a Seveso per detenzione a fini di spaccio di 2 dosi di cocaina, e per aver ceduto altra droga per la somma di 260 euro. Un piccolo spaccio di strada insomma. Ma ritenuto che “la pena irroganda sia verosimilmente inferiore ai tre anni, dovrà essere applicata misura cautelare diversa dal carcere”, scrive il pubblico ministero, anche se il carcere stesso viene considerato “l’unica misura idonea in relazione alle esigenze cautelari in essere”.

Ai primi di luglio, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha promesso un emendamento che “restituisce al giudice l’obbligo di valutare la pericolosità sociale del detenuto, poiché solo il magistrato può comprendere la situazione e decidere per il meglio”.