Monza, sgomberata (ancora) l’ex Diefenbach di via Borgazzi: all’interno bombole del gas e posti letto – FOTO

FOTO - Operazione congiunta delle forze dell’ordine all’alba di mercoledì mattina in via Borgazzi a Monza per lo sgombero dell’ex Diefenbach: portati in commissariato sei persone e alcuni minori. Il futuro dell’area secondo la proprietà.
Monza Area Diefenbach
Monza Area Diefenbach Fabrizio Radaelli

Operazione congiunta delle forze dell’ordine all’alba di mercoledì mattina in via Borgazzi a Monza per lo sgombero dell’ex Diefenbach, l’azienda dismessa e da tempo occupata abusivamente da una comunità di nomadi.

LEGGI Monza, sgomberata all’alba l’ex Casa delle aste di via Battisti

Agenti della polizia di stato del commissariato di Monza, personale della polizia locale, tra cui alcuni agenti del Nost, carabinieri e vigili del fuoco sono stati impegnati per parecchie ore: di grande degrado la situazione trovata all’interno dei capannoni ormai fatiscenti. Le forze dell’ordine hanno sorpreso sul posto sei persone e alcuni minori, che sono stati condotti in commissariato. Per l’intera mattinata gli operatori della Sangalli hanno ammassato rifiuti e masserizie e riempito camion destinati alla discarica: vista l’occupazione prolungata, l’area si era trasformata in una vera e propria discarica dove ai cattivi odori si sommava un’ingente presenza di mosche, topi e scarafaggi.

LEGGI Monza, quasi 600 firme per l’ennesima denuncia del degrado dell’ex Diefenbach

I residenti del quartiere da mesi ormai puntavano il dito contro una situazione che era sfuggita a qualsiasi controllo: tante le firme raccolte anche nelle ultime settimane per l’ennesima petizione consegnata alla polizia di Stato, ai carabinieri, ad Acsm-Agam, Brianzacque, ufficio d’igiene e prefettura, oltre che al sindaco Dario Allevi.

Mercoledì mattina il primo cittadino e gli assessori Federico Arena e Andrea Arbizzoni hanno assistito alle operazioni.

L’ex Diefenbach era già stata sgomberata lo scorso luglio, a un paio di settimane dall’insediamento della giunta Allevi: uno sforzo presto vanificato perché i nomadi avevano ripreso “possesso” della proprietà solo dopo una manciata di giorni. Dall’estate l’area è stata occupata da circa un centinaio di persone, tra cui minori e donne in gravidanza. Per far fronte ai freddi dell’inverno, lo scorso novembre i nomadi avevano approntato baracche e casupole di legno e lamiere.

Le forze dell’ordine mercoledì mattina hanno rinvenuto una trentina di bombole del gas e almeno una quarantina di giacigli. Nessuna traccia di altre persone. Presente sul posto durante lo sgombero anche una una rappresentanza della proprietà, la famiglia Sangalli: «Stiamo cercando di realizzare quello che è il vecchio progetto, ipotizzato anni fa – hanno spiegato – Prevede la realizzazione, sui 23mila metri quadri dell’area, di un albergo di duecento camere e di un centro direzionale da diecimila metri quadri».