Sì alla riforma della sanità: Monza con Desio, Vimercate con Seregno e Carate

VIDEO La nuova sanità - La riforma del sistema sanitario lombardo è stata approvata al Pirellone. Nuove Agenzie di tutela della salute (Ats) al posto delle Asl e Aziende socio sanitarie territoriali (Asst) per le aziende ospedaliere: Monza con Desio e Vimercate con Seregno e Carate Brianza. Nasce l’assessorato al Welfare.
Sì alla riforma della sanità: Monza con Desio, Vimercate con Seregno e Carate

«È una riforma che va nella direzione giusta per garantire migliori servizi e minori costi per i cittadini». L’ha presentata così il presidente Roberto Maroni in conferenza stampa giovedì. È la riforma del sistema sanitario lombardo approvata mercoledì in tarda serata al Pirellone.

«Abbiamo anticipato il futuro – ha detto ancora – Il tema fondamentale della riforma è che le aziende ospedaliere si trasformano in strutture che si occupano anche del territorio, per cui diventeranno aziende socio-sanitarie territoriali concretizzando il principio base della riforma che è passare dal curare il malato a prendersi cura del malato, questo è il cuore della riforma: le aziende socio sanitarie territoriali sono un’evoluzione delle aziende ospedaliere e avranno più competenze, e dunque anche più risorse, per gestire l’integrazione con il territorio, questo è il vero contenuto della riforma, una vera innovazione del sistema che mette la Lombardia ancora una volta all’avanguardia».

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Per la Brianza tutto questo significa Monza con Desio e Vimercate con Seregno e Carate Brianza. Si è chiusa così la partita sulla nuova mappatura della sanità, definita dalla riforma che ha tenuto banco al Pirellone da metà luglio. Il provvedimento, che, dopo una gestazione di mesi ed estenuanti trattative, questa settimana è diventa legge, rappresenta una “evoluzione” rispetto all’era Formigoni, nel solco di una maggiore continuità assistenziale tra strutture di ricovero e territorio.
Uno dei punti salienti, contenuto in un maxi allegato che è stato oggetto di tensioni e compromessi tra le forze politiche, è il cosiddetto azzonamento delle strutture: una mappa del territorio che vede le attuali 15 Asl della Lombardia sostituite da 8 Ats, le Agenzie di tutela della salute: Insubria (Varese e Como), Brianza (Monza e Lecco), Bergamo, Brescia, Pavia, Val Padana (Cremona e Mantova), Città Metropolitana (Milano e Lodi) e quella della Montagna (Sondrio, Valtellina e Valcamonica).

L’Ats della Brianza sarà divisa in tre Asst (le Aziende socio sanitarie territoriali che prendono il posto delle attuali Aziende ospedaliere): Lecco, Monza (che comprenderà gli ex distretti Asl di Monza e Desio) e Vimercate (sotto cui si riuniranno Carate, Seregno e l’ospedale di Vimercate).

In questo assetto, diversamente da quanto chiesto con un emendamento da Ncd e Pd, il San Gerardo, così come tutte le altre grandi strutture della regione, perderà il suo “status” di azienda ospedaliera. Mentre Desio, anche qui contrariamente da quando chiesto a più voci, si separerà da Vimercate. Questo il disegno definitivo degli accorpamenti. Ma c’è un “ma”: il testo della riforma contiene una norma transitoria per la quale è previsto un monitoraggio della situazione fino a fine settembre. Qualora i nuovi accorpamenti dovessero creare problemi, si potrebbe ricorrere ad una eventuale modifica: una soluzione di compromesso, una porta che Maroni ha voluto tenere aperta per terminare i lavori entro l’inizio della pausa estiva, trovando però un accordo con chi, in Consiglio, si è battuto per preservare alcune realtà.

Gli altri nodi, poi, su cui si è trovato un accordo sono diversi. Le opposizioni – Pd, Patto Civico e Movimento 5 Stelle – che hanno votato contro una legge che nel suo complesso considerano incompleta, ma ritirando i 25mila ordini del giorno redatti solo a scopo ostruzionistico, hanno di fatto dato il via libera al testo in aula. Ottenendo in cambio da Maroni alcune garanzie: la diminuzione dei ticket per esami e visite e la loro rimodulazione in base alle fasce reddito; la nascita di un’Agenzia di controllo guidata da un direttore generale scelto dalla giunta, ma che dovrà sottostare alle indicazioni di tre membri scelti dalle minoranze; l’introduzione di norme più stringenti per la nomina dei manager sanitari che saranno scelti da una commissione in una short list di candidati; il superamento della legge Daccò sui finanziamenti per le infrastrutture.

Per quanto riguarda, invece, la discussione all’interno della stessa maggioranza, che ha visto Forza Italia contro l’asse Lega-Ncd, il compromesso si è trovato sul polo del bambino di Milano, per cui gli azzurri hanno portato a casa il loro risultato: fusione di Buzzi, Sacco, Fatabenefratelli e Macedonio Melloni. Maroni, dal canto suo, ha mantenuto l’impostazione originaria delle Asst: «Le aziende ospedaliere – ha dichiarato – si trasformano in strutture che si occupano anche del territorio, concretizzando il principio base della riforma che è passare dal curare il malato a prendersi cura del malato».

Soddisfatto anche il relatore alfaniano della riforma, Angelo Capelli: «Grazie a questo provvedimento andiamo verso un modello sanitario capace di integrare sanità e assistenza attraverso una maggiore attenzione al territorio». Per il capogruppo Dem Enrico Brambilla, il «giudizio negativo» sulla riforma resta nonostante gli accordi, mentre il grillino Dario Violi plaude ai «risultati tangibili ottenuti» come «la stabilizzazione dei precari e un’agenzia di controllo che possa finalmente mettere la parola fine al pantano degli scandali che affogano la Sanità lombarda».

Forza Italia, per bocca di uno dei suoi consiglieri più agguerriti sul tema, Fabio Altitonante, parla di «un sogno che si realizza», quello «di Milano che avrà il suo ospedale del bambino».

In conferenza stampa giovedì, Roberto Maroni ha presentato anche la fase 2 della riforma che prenderà il via a ottobre e riguarda il nuovo welfare lombardo – che prevede la nascita di un assessorato ad hoc – per il reddito di autonomia con l’obiettivo dell’inclusione sociale e della lotta alla povertà. La Regione ha già stanziato 250 milioni di euro di cui 50 a disposizione a partire da ottobre.

«Noi abbiamo messo le risorse mi auguro che gruppo di lavoro al pirellone elabori per tempo le proposte», ha commentato Maroni.