Monza: nuove case nel rione di Cantalupo

Approvato il contratto di quartiere che prevede la realizzazione di 42 nuovi alloggi. Soddisfatta la maggioranza, perplessi i Comitati che temono la trasformazione del rione in una specie di ghetto
Uno scorcio di insediamenti abitativi nel quartiere di Cantalupo
Uno scorcio di insediamenti abitativi nel quartiere di Cantalupo

Nuovi alloggi di edilizia sociale e a canone moderato. E’ la sintesi del «Contratto di Quartiere Cantalupo», approvato dal consiglio comunale di Monza e che si propone anche di riqualificare gli alloggi di edilizia pubblica esistenti. Il progetto, finanziato da Regione Lombardia, dal Comune di Monza e da Aler, prevede investimenti per un totale di circa 14 milioni di euro. Partner dei promotori del progetto sono la Cooperativa sociale Monza 2000, l’Asl, l’associazione Mosaico interculturale. Il nuovo Contratto di quartiere prevede l’edificazione di 4 edifici, per un totale di 42 alloggi e la ristrutturazione di alcuni alloggi esistenti. I nuovi edifici sorgeranno su aree destinate a edilizia sociale dal Piano di governo del territorio vigente. Nessuna realizzazione sarà fatta su aree agricole, che rimarranno tali. Dei 4 edifici 2 saranno a canone sociale e saranno realizzati da Aler Mb, gli altri due, realizzati a cura del Comune di Monza, saranno a canone moderato. Prevista anche una nuova piazza, presidi socio assistenziali, una maggiore presenza della Polizia locale e l’allestimento di un sistema di videosorveglianza. Il contratto di quartiere Cantalupo è un progetto che la nuova amministrazione guidata dal sindaco Roberto Scanagatti ha riproposto, recuperando parte di quello pensato dalla precedente giunta. «Un importante progetto che aiuterà a rispondere al fabbisogno abitativo della nostra città – commentano il sindaco Scanagatti e l’assessore alle Opere pubbliche Antonio Marrazzo. L’intervento permette di creare nuova edilizia sociale senza appesantire il quartiere, che anzi sarà dotato di nuovi servizi. L’obiettivo della nostra amministrazione è quello di rendere i quartieri luoghi più integrati e solidali al loro interno e con il tessuto cittadino». Ma non tutti sono d’accordo: i Comitati del quartiere temono che questo nuovo insediamento, se non calato perfettamente nel contesto, possa trasformare il rione in una sorta di ghetto.