Monza: cadmio nei terreni di via Casati, «attenzione alla falda»

Occhi puntati sui terreni della Philips in via Casati a Monza, dove sono stati rilevate alte concentrazioni di cadmio e altri inquinanti. Chiesto un monitoraggio attento per i prossimi cinque anni per evitare che arrivino alla falda.
Monza: cadmio nei terreni di via Casati, «attenzione alla falda»

Presenza di materiali inquinanti nel sottosuolo: osservata speciale l’area Philips di via Casati. La zona industriale del quartiere San Rocco da anni è sotto la lente di ingrandimento dei tecnici del Comune e di Arpa per il superamento delle concentrazioni si soglia per la presenza di materiali inquinanti (tra cui il cadmio) nelle acque sotterranee e nei terreni per siti ad uso commerciale e industriale. L’area di via Casati è sotto osservazione dal 2007, quando un’indagine preliminare ha rilevato i primi superamenti dei valori di concentrazione soglia di contaminazione. I controlli sono sempre più stretti per scongiurare la possibilità che gli elementi inquinanti possano contaminare la falda.

Durante l’ultima conferenza dei servizi, gli enti competenti hanno confermato la richiesta di un’adozione nel più breve tempo possibile di misure di prevenzione per contenere la diffusione della contaminazione delle acque di falda. La Philips ha commissionato uno studio (analisi di rischio sito specifica) relativo all’area interessata al monitoraggio e questo documento è stato sottoposto alla conferenza dei servizi del Comune di Monza, all’Arpa e alla Provincia di Monza e Brianza. A seguito di queste valutazioni una determina dirigenziale del Comune di Monza ha prescritto «il monitoraggio delle acque sotterranee per un periodo non inferiore a cinque anni e l’adozione, nel più breve tempo possibile, delle misure di prevenzione per contenere la diffusione della contaminazione da idrocarburi alifatici nelle acque di falda e la presentazione di un progetto operativo degli interventi di bonifica della falda».

Secondo il Comune di Monza non si è ancora arrivati a valori di rischio: «Dopo una verifica con gli uffici possiamo dire che non c’è stato un superamento della soglia di rischio, l’unica prescrizione è quella di continuare il monitoraggio dell’area per valutare l’andamento degli indicatori – dichiara l’assessore alla Sicurezza, Paolo Confalonieri – i controlli che abbiamo predisposto partono come procedura standard ogni volta che i valori inquinanti si avvicinano alla soglia di guardia». Nella determina dirigenziale si stabiliscono anche quali devono essere i valori dei singoli elementi inquinanti presenti, tra cui il cadmio. Inoltre si stabilisce di iscrivere nel certificato di destinazione urbanistica la situazione di potenziale contaminazione del sito a seguito del superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione per siti ad uso commerciale e industriale. Dal punto di vista urbanistico non è detto che questa zona (in via Casati, 23) possa mantenere questa destinazione d’uso. In questo caso si è anche stabilito che nel caso in cui si dovesse variare la destinazione d’uso dovrà essere presentata una nuova analisi di rischio specifica che tenga conto della nuova configurazione dell’area.