Importavano la pericolosissima droga Shaboo dalla Polonia: 36 arresti, anche in Brianza

Smantellata tutta la rete che va dagli importatori, ai corrieri, ai distributori e agli spacciatori della pericolosa droga “etnica” Shaboo (3,5 chili sequestrati) che può provocare nel breve e medio periodo di assunzione convulsioni, atteggiamenti violenti, totale mancanza di sonno, perdita di appetito, di denti e di capelli, e per alcuni perfino la deformazione del viso.
Importavano la pericolosissima droga Shaboo dalla Polonia: 36 arresti, anche in Brianza

C’è anche un filippino residente a Monza tra i 36 stranieri arrestati all’alba di giovedì dai carabinieri di Milano (Comando Provinciale) di Milano, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale del capoluogo lombardo (19 cinesi, 13 filippini, 3 rumeni e 1 vietnamita), ritenuti responsabili dell’importazione sul territorio nazionale, nonché della detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di tipo sintetico.

Oltre che in Brianza il blitz ha riguardato le province di Milano, Cagliari, Cremona, Como, Parma, Pavia, Prato, Rovigo, Treviso e, contestualmente, anche in Austria, Polonia, Romania e Spagna. Gli investigatori hanno smantellato il principale canale di approvvigionamento di metanfetamina cloridrato, detto “shaboo”.

Smantellata tutta la rete che va dagli importatori, ai corrieri, ai distributori e agli spacciatori della pericolosa droga che può provocare nel breve e medio periodo di assunzione convulsioni, atteggiamenti violenti, totale mancanza di sonno, perdita di appetito, di denti e di capelli, e per alcuni perfino la deformazione del viso: sequestrati 3,5 chili di shaboo, per un valore di vendita al dettaglio pari a circa 2 milioni di euro. In particolare, con indagini condotte congiuntamente alla Polizia polacca, nel quartiere cinese di Wólka Kosowska, un sobborgo di Varsavia, è stato possibile individuare e smantellare un laboratorio per la produzione di metamfetamina, traendo in arresto i quattro vietnamiti responsabili di tale attività.

Gli accertamenti esperiti hanno quindi fatto emergere la fitta rete di contatti tra soggetti appartenenti a diverse comunità cinesi, finalizzati alla produzione e alla movimentazione dello stupefacente dal luogo di produzione in Olanda, Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria sino a Milano.