Si barrica nella cella del carcere e poi tenta di aggredire gli agenti di polizia penitenziaria. È successo giovedì 2 giugno: il detenuto ha tentato di colpire i poliziotti con un punteruolo rudimentale prima di essere fermato, disarmato e portato in una sala dell’infermeria della casa circondariale di via Sanquirico a Monza.
Il carcerato è di origine rumena, ha 36 anni ed è stato condannato al carcere fino al 2020 per i reati di violenza sessuale, rapina, ricettazione e numerose infrazioni disciplinari in vari istituti di pena. «I poliziotti sono intervenuti prontamente e, con grande professionalità, hanno disarmato il detenuto – spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria Sappe – Grande elogio, ancora una volta, va agli uomini del reparto di polizia penitenziaria di Monza intervenuti che, nonostante la criticità dell’evento, sono riusciti a riportare l’ordine e la sicurezza preservando l’incolumità di tutti».
E poi: «Il Sappe rinnova al Ministro della Giustizia Orlando e ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria la richiesta di incrementare l’organico delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria che quotidianamente devono assicurare la sicurezza del Paese. Cosa si aspetta ad assumere adeguati provvedimenti per garantire la sicurezza e la stessa incolumità fisica degli Agenti di Polizia Penitenziaria che lavorano in carcere?».
L’appello ha trovato seguito anche a Roma, dove è intervenuto il senatore di Forza Italia Andrea Mandelli. «Le ultime notizie di stampa sulla situazione nel carcere di Monza evidenziano come ormai siano stati superati i livelli di guardia, con il ripetersi di episodi che mettono a repentaglio l’incolumità del personale carcerario – ha screitto in un comunicato – . Un allarme cui è doveroso dare risposte immediate». E allora, a sua volta, l’appello al ministero: «Presenterò un’interrogazione al ministro Orlando per chiedere di incrementare l’organico degli agenti di Polizia Penitenziaria nel carcere monzese. Il governo ha il dovere di intervenire per tutelare le donne e gli uomini che prestano un servizio così importante e delicato nei nostri istituti penitenziari e per evitare che le già difficili condizioni nelle carceri diventino esplosive».