Monza: la crescita e i nuovi lavori per curare la Cappella espiatoria

Uno dei monumenti di maggiore crescita di pubblico in Italia, negli scorsi, e una serie di interventi per restaurarlo: i cantieri non sono finiti, tra le tante novità della Cappella espiatoria di Monza.
Cappella Espiatoria
Cappella Espiatoria Fabrizio Radaelli

Interventi già effettuati e altri da attuare e una nuova direttrice del complesso. La Cappella Espiatoria, il monumento voluto da Vittorio Emanuele III, figlio e successore di Umberto I, per commemorare il luogo in cui il padre venne ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci il 29 luglio 1900, è nuovamente oggetto di lavori che puntano a migliorane la conservazione e ad ampliarne la fruizione da parte della cittadinanza.

Per le opere sono stati investiti oltre un milione di euro e per l’anno prossimo sono stati stanziati (seppur ancora in fase di approvazione) ulteriori 300.000 euro. A fare il punto della situazione il direttore regionale dei Musei della Lombardia Emanuela Daffra che ha anche salutato la nuova direttrice del complesso, Giuseppina Di Gangi, architetto che già ha prestato servizio presso Pinacoteca di Brera e Biblioteca Braidense a Milano, che ha preso il posto di Barbara Galli. La Cappella Espiatoria ha da subito mostrato problemi di conservazione ma, caduti i Savoia, non ha più ricevuto le cure costanti di cui necessitava. Negli anni Ottanta l’allora Soprintendenza ai Monumenti della Lombardia aveva effettuato degli interventi più sistemici ma le fragilità strutturali, legate sia alle modalità costruttive sia ai materiali scelti, hanno imposto una nuova revisione complessiva, che presuppone un progetto di costante manutenzione programmata.

Monza: la crescita e i nuovi lavori per curare la Cappella espiatoria
Emanuela Daffra alla Cappella espiatoria

«“L’anno della svolta – ha sottolineato Daffra – è stato il 2015 quando la Cappella fu affidata all’allora Polo Museale della Lombardia, ora divenuto Direzione Regionale della Lombardia, che ha ribadito la sua vocazione museale rivedendo la salvaguardia conservativa e allo stesso tempo puntando su una migliore fruizione del pubblico». I numeri parlano chiaro: dai 1025 ingressi del 2015 si è passati ai 12.137 del 2019, “complici” la collaborazione del Comune di Monza e il coinvolgimento delle associazioni cittadine, tra cui Il Fai -delegazione Monza che nelle sue “Giornate di primavera” pre Covid aveva accolto oltre 3000 persone.

Gli interventi di “pronto soccorso” hanno riguardato la cancellata di ingresso e l’Esedra mentre un cantiere studio del 2018 ha posto l’attenzione sul parametro murario esterno in pietra di Oggiono, una pietra “fragile” che da sempre ha creato problemi. «In contemporanea – ha rimarcato Daffra – è stato affrontato il nodo cruciale dell’accessibilità e dell’abbattimento, per quanto possibile, delle barriere architettoniche con la realizzazione di servizi per i visitatori, di corrimano per le scalinate che portano alla cripta e al giardino dove è stata collocata una rampa».

Focus anche sulle parti decorative esterne a mosaico di ciottoli bicromi, bianchi e neri, e sulla pietra di rivestimento così come sulle sette campate dell’esedra. Attualmente è in allestimento un nuovo cantiere che consentirà di concludere l’intera area nord e di migliorare ulteriormente l’accessibilità rimuovendo anche le barriere percettive e cognitive, oltre a migliorare il sistema di illuminazione dell’area esterna e interna. Fondamentale la collaborazione del Cnr di Milano che ha condotto test diagnostici sia in loco sia in laboratorio utilizzando diversi materiali consolidanti e protettivi.

Monza: la crescita e i nuovi lavori per curare la Cappella espiatoria
Emanuela Daffra alla Cappella espiatoria

«Abbiamo già programmato e finanziato – ha annunciato il direttore regionale – il restauro del cancello e del complesso musivo interno dopo che è stato mitigato il problema delle infiltrazioni delle acque meteoriche che hanno causato diversi danni. Anche sull’insieme delle corone bronzee, che sono state oggetto di una sistematica campagna fotografica e di inventariazione è partito il progetto conservativo. Inoltre, prevediamo ulteriori interventi sugli spazi verdi». L’auspicio del direttore regionale e della nuova direttrice del complesso è di rendere la Cappella Espiatoria un museo sempre più vicino alla cittadinanza slegandolo dal “simbolo” del regicidio.

«La Cappella – ha precisato Daffra – è un luogo dove si intrecciano storie diverse: quella dei Savoia, degli oppositori della monarchia, della città di Monza. Senza dimenticare che si tratta di un elemento importante di storia dell’arte». E il legame con la città si nota anche da un elemento voluto dall’ex direttrice Barbara Galli: una panchina rossa per richiamare la campagna contro la violenza sulle donne.