Sport, Martina Caironi si racconta a Monza: campionessa paralimpica e ambasciatrice di “Diversi ma simili”

La campionessa Martina Caironi si è raccontata al Collegio Bianconi di Monza. Dall’incidente che ha costretto i medici ad amputarle un arto alla rinascita fino ai successi sportivi. Nell’ambito del progetto “Diversi ma simili” di Ottobock, sostenuto anche da Ortopedia Pirola.
Monza Istituto Bianconi Conferenza Martina Caironi
Monza Istituto Bianconi Conferenza Martina Caironi Fabrizio Radaelli

Simpatica, brillante, spiritosa. Martina Caironi è la campionessa della porta accanto. Alla mano e senza fronzoli. Giovedì mattina ha parlato per due ore agli alunni del Liceo linguistico del Collegio Bianconi di Monza raccontando la sua storia di giovane donna vittima di un gravissimo incidente stradale a diciotto anni e ripercorrendo i momenti fondamentali della sua carriera di atleta che è decollata fino a farla diventare la portabandiera della nazionale italiana alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro lo scorso anno.


LEGGI Monza, il sogno in cammino di Roberto Bruzzone allo Sporting: «Sostenete “Noi Ambasciatori”»

«Era sera – ha ricordato Martina, invitata a Monza in qualità di ambasciatrice del progetto “Diversi ma simili” di Ottobock, sostenuto dall’Ortopedia Pirola – Ero in motorino con mio fratello quando un’auto che procedeva a luci spente ci ha investito. Mi sono risvegliata in ospedale dopo quattro giorni di coma senza più una gamba. Avevo toccato il fondo del fondo e dovevo risalire per non soccombere. Quando soffri dai più valore alle cose, anche a quelle in apparenza più semplici. Sono cresciuta in fretta ma con la consapevolezza che se veramente vuoi qualcosa la puoi ottenere».

Martina, oggi 28enne, ha ripreso in mano la sua vita «senza odio, senza rancore verso chi ha provocato l’incidente perché i sentimenti negativi fanno male solo a te stessa», ha frequentato l’università, ha studiato in Spagna con il progetto Erasmus, ha viaggiato per il mondo e soprattutto non ha mai smesso di praticare lo sport.

«Già prima dell’incidente – ha sottolineato – giocavo a calcio e a pallavolo e nuotavo ma l’atletica, la disciplina alla quale ora mi dedico, non mi era mai piaciuta. A Bergamo abitavo vicino a un centro sportivo e i ragazzi che inanellavano giri e giri sulla pista di atletica mi sembravano tanti criceti. In seguito, grazie a delle protesi della più avanzata tecnologia, ho trovato la mia strada».

Martina è una campionessa sui cento metri e nel salto in lungo e ha la bacheca stracolma di titoli e di medaglie . Ha vinto ai Giochi di Londra 2012 e a quelli di Rio de Janeiro 2016, è stata la più veloce in diversi campionati europei e mondiali ma ha ancora tanti traguardi da raggiungere. Attualmente si sta preparando per i Campionati europei del 2018 a Berlino con un occhio di riguardo alle Paralimpiadi del 2020.
Ma nel frattempo pattina, va in bici, pratica lo snowboard, si diletta con le acrobazie “appesa” ai tessuti aerei e si cimenta persino nelle scalate. Senza , però, dimenticare gli appuntamenti extrasportivi di ambasciatrice di tanti progetti di vita.