Calcio, il Monza torna in campo a Novara: l’intervista a mister Cristian Brocchi

Domenica a Novara riprende il cammino del Monza nel campionato di serie C dopo la sosta natalizia: il Monza è a 46 punti, poi Pontedera (36), Renate (33) e Novara (32). L’intervista a mister Cristian Brocchi.
Monza calcio: Cristian Brocchi
Monza calcio: Cristian Brocchi Fabrizio Radaelli

Se dodici mesi fa il ritiro a Malta era servito principalmente per permettere al nuovo gruppo di imparare a conoscersi, quest’anno l’obbiettivo principale della settimana a Maiorca è la conservazione, dello stato di forma, dell’armonia della rosa, del focus sul grande obbiettivo stagionale. Lo sa bene mister Cristian Brocchi che ha incentrato il lavoro sul perfezionamento della condizione fisica ottimale e dei meccanismi di squadra.

«La possibilità che ci ha dato la società di allenarci in questo fantastico ambiente è come sempre di un’altra categoria. Logicamente in questo momento a Monza fa freddo, i campi sono ghiacciati, mentre qui le condizioni sono ottimali e questo ci permette di allenarci senza problemi due volte al giorno. Prima della sosta stavamo molto bene, tanto che avrei preferito giocare subito con la Pro Patria. L’obiettivo è ripresentarsi con lo stesso stato di forma alla ripresa».

Ripresa che il Monza affronterà a Novara, domenica alle 17.30. Quali differenze rispetto all’andata?
«Troviamo una squadra in salute, che gioca meglio e che sarà leggermente favorita dall’abitudine al campo sintetico, ma noi vogliamo riprendere subito a correre verso il nostro traguardo».

In ritiro anche l’occasione per inserire Rauti e Lombardi, i due nuovi insieme a Morosini. Come li ha trovati?
«Bene. Rauti si è allenato spesso con la prima squadra al Torino e si vede che è già pronto fisicamente alla sfida e ci sarà molto utile, mentre in Lombardi ho trovato serenità e qualità nelle giocate anche se può e deve ancora crescere».

Il momento più bello della trasferta spagnola, sicuramente l’amichevole internazionale con il Werder Brema finita 2-2.
«Bene non solo nel punteggio, ma anche nella prestazione. Anche se abbiamo preso due gol evitabili. Come avevamo già dimostrato a Firenze in Coppa Italia, siamo una squadra che preferisce giocare il pallone anche contro avversarie di categoria superiore. È l’atteggiamento giusto».

Il bilancio del 2019 è soddisfacente?
«L’anno è cominciato in ritiro proprio come ora ed è stato un anno importante. Spesso ci si dimentica che il gruppo era completamente nuovo e i giocatori stavano recuperando la condizione e guardate comunque fin dove siamo arrivati. Ho il rammarico della finale di Coppa Italia, per come l’abbiamo persa, ma anche sconfitte ed errori fanno parte della crescita e sicuramente faremo tesoro di quanto è successo».

E cosa si aspetta dal 2020?
«Che i ragazzi continuino a lavorare come hanno fatto da luglio ad oggi, niente di più e niente di meno. Siamo forti, e questo è fuori discussione, ma la storia del calcio insegna che, a tutti livelli e in tutte le categorie, non bastano i nomi e i soldi. Servono lavoro quotidiano, convinzione e la giusta umiltà per raggiungere i grandi traguardi».