Presunta corruzione su aree del parco Grugnotorto, l’ex sindaco alla sbarra

L’ex sindaca di Cinisello Balsamo Siria Trezzi con il marito, un ex consigliere comunale, un ex assessore e un imprenditore alla sbarra con accuse di corruzione per vicende legate alle aree del Parco del Grugnotorto, al confine con Monza e i comuni della Brianza sud, Muggiò e Nova Milanese.
Il parco del Grugnotorto
Il parco del Grugnotorto

L’ex sindaca di Cinisello Balsamo Siria Trezzi alla sbarra con accuse di corruzione per vicende legate alle aree del Parco del Grugnotorto, al confine con Monza e i comuni della Brianza sud, Muggiò e Nova Milanese. Oltre all’ex amministratrice del Pd, devono rispondere dell’accusa di corruzione davanti al gup Francesca Bianchetti anche il marito Roberto Imberti (già vicesindaco di Cinisello), l’ex consigliere comunale Pd Franco Marsiglia, l’ex assessore ai lavori pubblici Ivano Ruffa e l’imprenditore Paolo Cipelletti. Il Comune si è costituito parte civile.

All’udienza di martedì, la difesa degli imputati ha presentato un’eccezione di incompetenza territoriale, sostenendo che il procedimento doveva passare a Milano, ma l’istanza è stata respinta. Le discussioni degli avvocati si concluderanno il 25 maggio, quando la giudice deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio.

Il Grugnotorto è da sempre vincolato a parco agricolo, come ribadito da molte pronunce del Tar. Ma in quegli anni di giunta Trezzi si assiste, per i pm, a un “cambio di rotta dell’amministrazione comunale” che, su presupposto di una “pretestuosa conciliazione con Cipelletti si inserisce nell’adozione del Pgt un meccanismo che permette all’imprenditore di recuperare i diritti edificatori con la compensazione ambientale”. Meccanismo che avrebbe dovuto consentire al Comune di acquisire le aree del parco, assegnando in contropartita ai proprietari delle aree incluse nel parco stesso un “equo ristoro”: in sostanza il diritto a edificare in altre zone individuate nel piano regolatore. In questo caso: 40mila metri quadri di superficie residenziale da delocalizzare in aree esterne al parco.

In realtà, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, non c’era alcuna ragione di acquisire queste aree con la compensazione ambientale, trattandosi di un territorio già vincolato giuridicamente alla destinazione agricola. L’atto contrario per eccellenza ai doveri dei pubblici uffici, resta comunque “la previsione dell’aquisizione anticipata delle restanti aree del parco” tramite l’esborso da parte del comune di 16 milioni di euro di soldi pubblici (che sarebbero dovuti arrivare da Auchan col pagamento degli oneri sulla medesima area lungo viale Fulvio Testi, futuro interscambio della metro) da versare “esclusivamente e arbitrariamente” a Cipelletti.

Cifra che viene successivamente smentita dai valori attribuiti dall’Agenzie delle Entrate (“Voi state regalando soldi. Perchè le comprate? Perchè le pagate quel prezzo?”, dice una funzionaria dell’Agenzia delle Entrate ai rappresentanti del comune), ai terreni: 17 euro al metro quadro, contro i 27 della perizia comunale. Nelle intercettazioni emergono le tensioni della coppia quando la sindaca rimprovera il marito: “Sembri il committente di Cipelletti, sembri veramente quello…che lavora per Cipelletti…ma dai”.