Monza, l’Armadio dei poveri cerca un magazzino per le donazioni

Il progetto di solidarietà di Roberta Campani continua a crescere e ora l’ideatrice dell’Armadio dei poveri cerca un magazzino per gestire le tante donazioni ricevute
Roberta Campani e alcune volontarie
Roberta Campani e alcune volontarie

Nato da meno di un anno, cresciuto durante la pandemia, l’Armadio dei poveri di Monza è diventato nel giro di qualche mese un vero e proprio punto di riferimento per la solidarietà. A lanciare l’iniziativa sui social è stata la monzese Roberta Campani. «Vent’anni fa ero volontaria all’armadio dei poveri di Lesmo, allora gestito dalla Caritas. Fu un’esperienza bellissima. Dopo tanti anni – spiega Campani – ho voluto ricreare quel progetto anche a Monza, con l’idea di aiutare non solo i bisognosi della mia città, ma anche dei comuni circostanti».

In dieci mesi sono state una trentina le famiglie raggiunte dalla solidarietà dell’Armadio dei poveri, e più di 1.700 le donazioni fatte: dagli abiti alla biancheria per la casa, dal sostegno alimentare ai prodotti per l’infanzia. Una vera e propria montagna di aiuti che oggi ha bisogno di uno spazio adeguato.

«Ci servirebbe un magazzino, preferibilmente a Monza, di circa cento metri quadrati – continua Roberta Campani – dove poter stoccare e organizzare tutte le donazioni che ci arrivano ma dove creare anche un vero armadio a disposizione dei più bisognosi, dove chi ha bisogno può venire a prendere gli abiti per sé e la propria famiglia». Oggi sono quattro le volontarie che affiancano Roberta Campani nel suo lavoro quotidiano di raccolta e distribuzione degli aiuti. Tutte le info sono disponibili sulla pagina Facebook L’Armadio dei poveri.

L'autore

Nata nell’anno dei due presidenti e dei tre papi. Scrivo per il Cittadino dal 2009, prima solo per l’edizione cartacea poi per la tv e il sito per cui realizzo anche servizi video. Mi occupo di chiesa locale, cronaca, volontariato, terzo settore, carcere. Con l’associazione Carcere Aperto nel 2011 ho realizzato insieme al fotografo Antonio Pistillo la mostra “Guardami”, dove abbiamo raccontato le storie dei detenuti della casa circondariale di Monza.