Monza: il lockdown fa crollare i furti di opere d’arte ma non le ricettazioni e le contraffazioni

Il report di marzo e aprile 2020 dei carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale con sede in città: furti azzerati in luoghi pubblici, un caso in quelli privati. Denunciate 20 persone in gran parte per ricettazione e contraffazione.
Il maggiore Francesco Provenza
Il maggiore Francesco Provenza

L’emergenza coronavirus e il conseguente lockdown ha fatto crollare anche i furti di opere d’arte: nel bimestre marzo-aprile sono calati del 57% rispetto all’analogo periodo del 2019. Un effetto non scontato secondo i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Monza guidati dal maggiore Francesco Provenza: la chiusura forzata di musei, gallerie ed esercizi commerciali avrebbe infatti potuto permettere ai ladri di agire indisturbati. Senza contare l’inevitabile scoperta tardiva degli ammanchi. Invece, proprio in questi luoghi, i reati si sono addirittura azzerati, mentre un solo episodio è avvenuto in luoghi privati.

Ciò grazie alla scrupolosa opera di sorveglianza operata dai militari del Nucleo Tpc monzesi, supportati dall’Arma territoriale, a partire dal mese di marzo, su tutto il territorio regionale: è stato dato maggior impulso all’attività preventiva, implementando -mediante servizi di vigilanza dinamica- i controlli a musei, biblioteche e archivi, alle aree archeologiche e alle zone tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali. Perfettamente rispettate, inoltre, le disposizioni governative sulla chiusura degli esercizi di commercio antiquariale: non è stata rilevata alcuna infrazione.

Oltre 800, poi, sono stati i beni controllati nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, gestita dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma: si tratta di opere d’arte, reperti archeologici, beni archivistici e bibliografici, posti in vendita da privati attraverso siti internet.

Sul piano repressivo, i carabinieri del Tpc lombardo hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 20 persone, responsabili di aver violato le norme del codice penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale: nella maggior parte dei casi si tratta di reati di ricettazione di opere di provenienza illecita e contraffazione di dipinti di arte moderna e contemporanea.

Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di sequestrare 5 beni d’antiquariato illecitamente sottratti, tra i quali 2 dipinti risalenti al 1800 sottratti oltre 10 anni fa in una chiesa del Trentino Alto Adige, per un valore economico stimato in 100mila euro, e 4 opere d’arte contraffatte (di Mimmo Rotella e Renato Guttuso) che, qualora immesse sul mercato come autentiche, avrebbero potuto fruttare 50mila euro .