Coronavirus a Monza, il sindaco Allevi: «Virus nelle famiglie, il quadro preoccupa: serve responsabilità»

Il sindaco Dario Allevi dà la fotografia della città di Monza alla vigilia dell’entrata in vigore della nuova ordinanza regionale: mercoledì +105 nuovi casi, età media 35 anni e circa il 30% del totale è minorenne. Il virus è entrato nelle famiglie e «servono prudenza e responsabilità. Tenteremo di fermare la movida». Il parco per il momento resta aperto.
Dario Allevi sindaco
Dario Allevi sindaco Fabrizio Radaelli

A Monza le persone positive al covid-19 aumentano, i giovani asintomatici stanno contagiando genitori e nonni, negli ospedali crescono i pazienti positivi. Il sindaco Dario Allevi dipinge il quadro «abbastanza preoccupante» che ha spinto il governatore lombardo Attilio Fontana, il presidente di Anci e i sindaci dei dodici capoluoghi ad adottare le ordinanze in vigore dalle 23 di giovedì.

«È successo – spiega il primo cittadino – quello che temevamo. Il virus è entrato nelle famiglie: tenteremo di fermare la movida perché i ragazzi faticano a comprendere la pericolosità dell’infezione, forse la sottovalutano perché i positivi della loro età sono quasi tutti asintomatici».

Il virus, però, non è altrettanto benevolo con gli adulti e gli anziani: proprio per questo Allevi si rivolge ai giovani e ai loro genitori.
«Servono – afferma – prudenza e responsabilità, dobbiamo armarci di pazienza e cercare di far capire» a tutti che vanno indossate le mascherine e va mantenuta la distanza di sicurezza.

Contribuiranno a frenare la circolazione delle persone e, si spera, dell’infezione non solo il coprifuoco dalle 23 alle 5 ma anche la chiusura dei centri commerciali non alimentari il fine settimana accompagnata dall’invito a istituti superiori e a università ad aumentare la didattica a distanza. I provvedimenti, che rimarranno in vigore fino al 13 novembre, potrebbero essere i primi di una serie di giri di vite che già molti paventano.

«Mi auguro – auspica il sindaco – che riescano a rallentare il contagio se non a invertire la rotta. Se non sarà così ci ritroveremo con Fontana e rifletteremo su cosa fare: dobbiamo evitare che gli ospedali collassino».
«Non voglio nemmeno pensare – prosegue – a un nuovo lockdown generalizzato: non ce lo potremo permettere non solo dal punto di vista economico».

Il coprifuoco, aggiunge rivolto ai ristoratori, è un tentativo di evitare le misure estreme: «La categoria è stata colpita duramente dalla chiusura delle attività e si stava rimettendo faticosamente in piedi. Le nuove misure sono necessarie a evitarne altre più pesanti: noi siamo disponibili a dialogare e a cercare di aiutare gli operatori».

Al momento l’amministrazione non appesantirà ulteriormente il carico: «Il Parco per ora resterà aperto, se frequentato in modo consapevole è abbastanza vasto da consentire a tutti di camminare e di correre. Non intendo, nemmeno, chiudere vie e piazze della movida prima di vedere l’impatto dell’ordinanza regionale».
Il Comune si sta, invece, preparando a incrementare nuovamente il numero di dipendenti in smart working.

L’ultimo aggiornamento da parte del sindaco, mercoledì sera, recita: «Oggi i nuovi contagi registrati a Monza sono +105 rispetto a ieri e crescono di ben 650 unità nell’intera Provincia MB. L’età media è di 35 anni e circa il 30% del totale è minorenne. Crescono anche i ricoveri in ospedale, che sono arrivati a 150 nell’ASST di Monza, di cui 13 in terapia intensiva. È evidente che un’impennata così veloce e violenta del virus non può che destare l’allerta massima. D’altro canto è necessario considerare che è in crescita anche il numero di tamponi eseguiti: ieri è stato aperto un nuovo punto “drive-through” a Limbiate, che nella prima giornata ha totalizzato 400 prelievi. Domani (giovedì, ndr) sono in programma alcuni sopralluoghi nella nostra città per individuare un luogo alternativo a quello attuale collocato all’ospedale vecchio, che sta causando notevoli problemi di congestione al traffico».