Coronavirus: a Monza e in Brianza quasi 600 denunce per uscite di casa non autorizzate, 1.400 aziende vogliono stare aperte

Già oltre 20mila le persone controllate da forze dell’ordine ed esercito e oltre 7.000 attività commerciali per il rispetto delle misure di contenimento del Covid-19. La prefettura al lavoro per vagliare le istanze del tessuto economico.
Ai controlli di polizia, carabinieri, guardia di inanza ed esercito si sommano anche quelli delle polizie locali e della polizia provinciale
Ai controlli di polizia, carabinieri, guardia di inanza ed esercito si sommano anche quelli delle polizie locali e della polizia provinciale

Nonostante gli appelli a non finire c’è chi continua a uscire di casa senza motivo: sono oltre 580 i denunciati dalle Forze dell’ordine in provincia dall’inizio dell’emergenza Covid-19, circa 250 in più di una settimana fa. Oltre 20.100 le persone controllate per il rispetto delle misure di contenimento e prevenzione del contagio da Coronavirus. Si ricorda che le uscite autorizzate sono solo quelle per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute, rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

Oltre 7.000 gli esercizi commerciali sottoposti a verifica. In questo caso i provvedimenti tra denunce e sanzioni sono 15, un dato che negli ultimi giorni si è cristallizzato a riprova che il settore sta “rigando dritto” anche se sarebbe difficile riuscire ad aprire e gestire negozi e ristoranti di nascosto vista la necessità di approvvigionamenti e di reclutamento di personale. I dati, aggiornati, sono stati forniti dalla Prefettura. Al lavoro nell’opera di presidio, oltre a polizia di stato, carabinieri e guardia di finanza, anche un contingente dell’esercito già impegnato nel nostro territorio nell’ambito dell’operazione “Strade sicure”. Al momento, dicono da via Prina, non è stato richiesto l’invio di altri militari.

Intanto il governo Conte, con un nuovo decreto legge, ha inasprito ulteriormente le misure contro le uscite di casa non strettamente necessarie.Le sanzioni sono state elevate fino a tremila euro (se la violazione è commessa a bordo di un veicolo, aumentate «fino a un terzo») con la possibilità per i presidenti delle regioni di adottare misure più restrittive a seconda dell’andamento dell’epidemia di Covid-19. Previsto inoltre il carcere da 1 a 5 anni per chi lascia il domicilio nonostante sia positivo al virus.

L’impegno massimo del prefetto Patrizia Palmisani e di tutti gli uffici del presidio, in questi giorni, è orientato anche alla gestione delle pratiche inerenti le aziende e i soggetti del territorio che hanno un codice Ateco (identificativo alfanumerico che stabilisce l categoria di pertinenza dell’attività) non contemplato nel DPCM del 22 marzo e che quindi dovrebbero sospendere l’attività, ma che intendono proseguirla. Ma, pur se hanno diritto a stare aperte, possono lavorare soltanto in relazione alla filiera economica autorizzata; l’attività dev’essere limitata alle commesse dichiarate.

In ausilio, per l’istruttoria delle pratiche, in via Prina è stato istituito un apposito gruppo di lavoro composto da un rappresentante a testa per Regione, Provincia, guardia di finanza, vigili del fuoco e camera di commercio. In pochi giorni, e dato il tessuto produttivo brianzolo non poteva essere altrimenti, sono già ben 1.400 le comunicazioni di prosecuzione attività e richieste di autorizzazioni giunte in Prefettura. Gli uffici, come previsto dal Dpcm, hanno già celermente autorizzato con priorità assoluta quattro aziende del territorio che si occupano di attività legate alla difesa e all’aerospazio.

Si sta procedendo con un primo filtro documentale – in taluni casi è stata richiesta una integrazione di pezze giustificative per attestare l’effettiva opportunità di proseguire l’attività – cui si associano controlli nelle sedi delle aziende affidati alla Guardia di finanza. Ai vigili del fuoco spettano invece verifiche inerenti in particolar modo gli stabilimenti con lavorazioni a ciclo continuo al fine di attestare se rispondano ai requisiti di sicurezza indispensabili per rimanere attivi.