Arrivederci dottor Rossi, perché il Gp di Valencia sarà stato l’ultimo di una carriera ultra ventennale ma non è certo un addio: l’affetto del mondo delle moto non svanirà. Valentino Rossi ha chiuso la gara al decimo posto in una giornata interamente dedicata a lui, in un finale di stagione a dire il vero interamente dedicato a lui da quando il 5 agosto aveva annunciato il ritiro dalle corse.
Ha vinto Francesco Pecco Bagnaia, un erede della Vr46 Academy, il Mondiale è andato al francese Fabio Quartataro. La festa è stata tutta per il dottore di Tavullia, 42 anni (classe 79), primo podio nel 1996 nell’anno dell’esordio in classe 125: un terzo posto in Austria alla decima gara del campionato, la settimana successiva primo in Repubblica Ceca. Da lì saranno 432 gare disputate, 115 vittorie, 235 podi e 9 Mondiali (per sei volte secondo e tre terzo). Gli è mancato il decimo, questo sì l’ha sottolineato più volte. Ma in una intervista tv alle Iene a Misano Adriatico l’ha dedicato alla figlia, la bimba in arrivo con mamma Francesca Sofia Novello.
Anche a Valencia sono state bandiere gialle sugli spalti, gigantografie di Rossi, omaggi dei colleghi (i piloti della Vr46 Rider Academy hanno corso con i caschi usati in carriera dal pilota), un giro d’onore in solitaria per salutare per l’ultima volta da agonista il mondo della MotoGp e delle moto.
Che ha avuto Rossi per 26 anni di vittorie e delusioni, di caschi personalizzati e trovate istrioniche per festeggiare con il fan club guidato da Uccio, di rivalità storiche con Biaggi, Capirossi, Lorenzo, Marquez, fino ai campioni di oggi e al fratello Luca Marini con cui si è trovato a gareggiare. Nel frattempo ha avviato la sua seconda carriera di imprenditore e coach, con l’Academy che sta facendo crescere alcuni dei talenti più importanti delle due ruote e il racing team.
Ha chiuso la carriera sulla Yamaha che ha il suo quartier generale a Gerno di Lesmo e con cui ha vinto quattro mondiali, ne ha quasi vinto uno perdendo all’ultima gara (nel 2015, quel decimo che non è arrivato) e con cui ha legato la sua carriera: sette stagioni fino al 2010 e il ritorno nel 2013. Senza dimenticare il quadriennio alla Honda (dal 2010) con tre mondiali e il biennio (amaro) in Ducati, che però oggi in rosso lancia Bagnaia.
E poi i motori e il rally, quello di Monza dove il suo nome si è ripetuto nelle classifiche fin dal 2003, anche se le prime apparizioni risalgono alla fine degli anni ’90. Quando il pilota era appena maggiorenne ma era già evidente un interesse per il mondo dei motori anche a quattro ruote. Che sarà il suo futuro prossimo, a quanto sembra.
“Da lunedì sarà tutto diverso”, ha detto Valentino Rossi alla vigilia dell’ultima gara. L’affetto ricevuto a ogni latitudine per quanto fatto in 26 anni di motociclismo renderà più dolce l’addio.