Cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non manca. Cambi Bottas con Hamilton, penalizzato di 10 secondi per irregolarità alla fine del giro di ricognizione, ma anche in Russia è sempre Mercedes. C’è poco da dire sulla corsa, se non la rincorsa del campione del mondo, scontata al box la penalità, al podio. Impresa riuscita, con la macchina a disposizione un fallimento sarebbe stata un’onta.
Fra i due piloti della scuderia tedesca si è inserito con pieno merito Max Verstappen autore, insieme a Bottas del doppiaggio di dieci avversari, fra cui Sebastian Vettel tredicesimo al traguardo con la Ferrari restaurata dopo il gran botto della qualificazione di sabato. Un brodino, ma solo di dado, per Charles Leclerc, sesto, al oltre un minuto e 2 secondi.
Il che la dice lunga sulla monoposto di Maranello che difetta del complesso scocca-aerodinamica-motore rispetto ad almeno cinque monoposto avversarie. La power unit Ferrari è stata sviluppata dalla stessa società austriaca che ha sviluppato i motori Honda di Red Bull e Alpha Tauri, e la differenza in pista si vede.Non c’è molto da dire sulla corsa, finora forse la più noiosa della stagione. Stefano Domenicali, futuro boss di Liberty Media, avrà il suo bel da fare per ridare vitalità a uno sport-business che in questo momento può attirare davanti al televisore solo i tifosi irriducibili del motorsport. Gli altri se vogliono divertirsi devono guardare le tre categorie della moto GP