F1: il docufilm che salva la memoria della città dell’autodromo e dei suoi piloti

La cooperativa sociale La Meridiana insieme a Easy Tv e Generazione Senior ha realizzato un documentario dedicato alla memoria della città per i motori.
Monza presentazione gran premio formula uno - foto Fabrizio Radaelli
Monza presentazione gran premio formula uno – foto Fabrizio Radaelli Fabrizio Radaelli

Monza non è solo la sede dell’autodromo, ma anche la patria di appassionati che hanno potuto sperimentare in prima persona il piacere e le difficoltà di quel tracciato. La cooperativa sociale La Meridiana insieme a Easy Tv e Generazione Senior (due realtà nate al suo interno) ha realizzato un documentario dal titolo “La Monza dei piloti monzesi” dedicato ai corridori concittadini che hanno affrontato i chilometri e le curve dell’autodromo.

F1: il docufilm che salva la memoria della città dell’autodromo e dei suoi piloti, venerdì al Binario 7

Il lavoro, firmato da Riccardo Scotti, è stato presentato giovedì in piazza Trento e venerdì 5 settembre alle 20 è al teatro Binario 7. Con interviste intime e ricche di passione, il docu-film vuole offrire uno sguardo diverso sulla storia dell’autodromo ed essere allo stesso tempo un tributo alle imprese dei piloti e un viaggio nel tempo in cui le voci dei veterani monzesi si svelano in un racconto personale ed emozionante. Un percorso di vita nel quale acquistano valore le biografie e le memorie che un luogo come l’autodromo ha contribuito ad alimentare. Ogni curva, ogni sorpasso e ogni traguardo raggiunto non sono solo una voce del passato ma un frammento di memoria capaci di rievocare il fascino e l’importanza storica e culturale che il circuito rappresenta per Monza.

F1: il docufilm che salva la memoria della città dell’autodromo e dei suoi piloti, ispirato dal libro di Walter Consonni

«L’idea di realizzare un documentario sui piloti monzesi – spiega il regista – mi è venuta grazie a un libro: “Monza ’22” di Walter Consonni. Un libro che per me non è stato solo una lettura, ma una vera scoperta. Io sono monzese, sono cresciuto tra il rombo dei motori e le curve dell’Autodromo, eppure, leggendo quelle pagine, mi sono accorto che non conoscevo quasi nulla di tanti personaggi che hanno fatto la storia del nostro impianto. E allora mi son detto: “Se non lo sapevo io, che frequento l’Autodromo da sempre… figuriamoci il resto del mondo!” E lì è scattata una molla. Mi è venuto naturale pensare che queste persone non possano, non debbano, cadere nel dimenticatoio. Perché sono uomini che hanno vissuto un’epoca fatta di poche regole e tantissimo coraggio». Per Scotti il progetto «non è stato solo un lavoro, è stato un viaggio. Un viaggio nel tempo e tra persone straordinarie. Alcuni li conoscevo solo di nome, altri per niente, ma alla fine, con gente come Walter e Peo Consonni, per esempio, è nata anche una bella amicizia».

Il documentario segue un percorso cronologico, ma non vuole solo raccontare imprese e risultati. Vuole restituire i sentimenti, lo spirito, il contesto dei tempi passati. Quell’atmosfera in cui – con un po’ di talento, tanti sacrifici e tanta passione – uno poteva davvero sperare di arrivare in Formula 1. Tra i piloti raccontati i fratelli Vittorio e Tino Brambilla, Peo Consonni, Antonella Ambrosini, Fabrizio Barbazza, Ferdinando Cazzaniga, Luigi Sabbadini. E poi altri personaggi monzesi legati al mondo delle corse: Gigi Vignando, Andrea Cremonesi, Enrico Mapelli, Walter Consonni, Roberto Brambilla, Antonio Sabbadini.