Caratese, sfumata la cessioneAzzerate le cariche sociali

Caratese, sfumata la cessioneAzzerate le cariche sociali

Carate – La Caratese riparte da zero. Dopo la frenesia che ha caratterizzato la settimana passata, sabato la presidente Laura Viganò ha comunicato ufficialmente l’azzeramento di tutte le cariche sociali. “La presidenza ha deciso di approntare un piano di ristrutturazione societario che verrà comunicato ufficialmente entro la data di scadenza per l’iscrizione al nuovo campionato, fissata per il 13 luglio 2009 – recita il comunicato stampa, in cui Laura Viganò “ringrazia tutte le persone e i tifosi che si sono impegnati a far conseguire alla U.S.Caratese la permanenza nella serie D” -. La società verrà iscritta al nuovo campionato”. Per tutte le comunicazioni, cambio della guardia all’ufficio stampa, che passa dallo storico responsabile Riccardo Patrucco a Luisa Borgonovo. La novità non fa altro che rafforzare, nella sostanza, quanto “il Cittadino” aveva già avuto modo di anticipare nell’edizione cartacea di sabato scorso, 27 giugno. Ossia che, dopo l’intervento del sindaco Marco Pipino per stoppare la cessione del titolo sportivo dell’U.S. Caratese, cosa che ormai era fatta, si riparte da zero.

Un passo indietro – Come riferito dalle colonne del nostro giornale, la scorsa settimana il più che centenario sodalizio azzurro è stato a un passo dall’essere venduto alla Folgore Verano. Cessione sfumata in extremis proprio per intervento del primo cittadino caratese, il suo primo regalo alla città, soprattutto quella sportiva che patisce ogni domenica le pene del tifoso comune, nel nuovo mandato amministrativo. Insomma, quando tutto sembrava finito, in casa azzurra è arrivata, lo scorso giovedì, la smentita: a Verano non si va, c’è il veto, punto e basta. Queste le notizie che hanno trovato ufficialità – indiretta – nel comunicato stampa della presidente Viganò. Ma cosa si è rischiato, nel concreto? La proprietà, sollecitata anche dalla Folgore Verano disposta a coprire debiti pregressi e attuali, sarebbe stata disposta a cedere, al punto che già martedì scorso qualcuno dava già per concluso l’affare in un noto ristorante di Giussano. Altri battezzavano l’ufficialità invece per giovedì pomeriggio, sempre nello stesso posto. L’intervento del sindaco Pipino, proprio nella mattinata di giovedì, che pare sia riuscito a convincere la presidente a non mollare, ha messo fine alla trattativa. Una trattativa già avanzatissima, tant’è che c’era già il nome della nuova squadra (Carate-Folgore 1908) destinato poi a diventare Folgorese, da far storcere il naso ai tifosi azzurri più affezionati. A Verano si volevano tenere il 1908, ma soprattutto la tessera di iscrizione alla Federazione Italiana Gioco Calcio numero 9740 (una delle più basse nel nostro Paese). Dagli torto. Il team era già pronto con Sensibile padre (il figlio Pasquale, ex azzurro, è a Novara) direttore generale, Amilcare Magni direttore sportivo e Sandro Barbieri allenatore. Praticamente la Folgore. Si sarebbe giocato al “XXV Aprile” perché il “fabolous” terreno di gioco veranese non risulta a norma per disputare la serie D. Il tutto benedetto da patron De Salvo in quota alla Folgore, al Novara, proprietario di diversi policlinici e pure maggiorente dell’“Esagono”. Che poi fra Carate e Verano ci sia sempre stato qualche battibecco, questa è cosa nota; non ultima la storia dei parcheggi quando Folgore e Caratese disputano entrambe gare casalinghe.

Cosa succederà adesso a Carate? – Il futuro ovviamente è ancora un disegno incompleto, anche se pare ci siano già nomi, persone, che, sollecitate dal sindaco di Carate, si occuperanno innanzitutto della riorganizzazione della Caratese. I nomi del futuro sono per ora solo sussurrati, ma circolano con insistenza quelli dei mitici “gemelli del gol”, Claudio Gatti (che però sta a Renate) e Roberto Rossi. Più Michele Belotti. Si potrà essere più esaustivi già nei prossimi giorni. Per ora importante è mantenere la propria identità, il proprio titolo sportivo: e non è poco, rispetto al rischio che si è corso.

Antonella Crippa
Sandro Manzoni