Alla Pechino-Parigi col Portello di Seregno: la carovana è tornata in Europa

LEGGI Il diario di Roberto Chiodi - Dopo aver attraversato la Polonia, la carovana del sesto rally Pechino-Parigi, venerdì sera è arrivato a Kosice in Slovacchia al termine di un tragitto di 320 chilometri, iniziato nella città polacca di Rzeszow. Il racconto del viaggio nel diario di Roberto Chiodi, al raid col Portello di Seregno.
Pechio-Parigi 2016: alla filiale dell'Alfa Romeo in Polonia i due equipaggi della scuderia del Portello - foto Portello
Pechio-Parigi 2016: alla filiale dell’Alfa Romeo in Polonia i due equipaggi della scuderia del Portello – foto Portello Redazione online

Dopo aver attraversato la Polonia, la carovana del sesto rally Pechino-Parigi, venerdì sera è arrivato a Kosice in Slovacchia al termine di un tragitto di 320 chilometri, iniziato nella città polacca di Rzeszow.


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Nel suo diario di bordo Roberto Chiodi, navigato dalla moglie Maria Rita Degli Esposti, uno dei due equipaggi della scuderia del Portello, mercoledì 6 luglio, scriveva: «Siamo a Brest, confine bielorusso con la Polonia orientale. Possiamo già vedere l’Europa, così torneremo a fare i conti in euro abbandonando la valuta locale che è un vero rompicapo per tutti. Al valore delle banconote, infatti, vanno tolti quattro zeri. Per cui se esibisci un pezzo da cento farlocchi dovresti renderti conto che stai cercando di comprare qualcosa o di dare una mancia che ha il valore di un centesimo di farlocco. Per complicare le cose – già complicate per conto loro – sono in circolazione le nuove banconote e da queste gli zeri non vanno tolti. Insomma, un pieno di benzina costa 400.000 farlocchi. A meno che tu non stia pagando con le nuove banconote e allora con queste nuove 400.000 potresti comprare tutto la pompa di benzina o il bar, cassiera compresa. La gara? Sempre tosta oltre il limite del ragionevole. Oggi 505 chilometri e quattro prove speciali su sterrato o sabbia. L’insipienza degli organizzatori è stata inventarsi la ripetizione di due prove. Si procede in ordine inverso di classifica e quando le anteguerra rientrano, dopo che hanno già disputato la prova, si mischiano con le dopoguerra. Tanta confusione. Noi ci siamo dovuti accodare a quello davanti (una mastodontica Holden) e pazienza».

Giovedì 7 luglio, tappa da Brest a Rzeszow, tutta in territorio polacco.

«Giornata di frontiera, ne usciamo quasi all’una – ha scritto Roberto Chiodi – c’è un duty free che si riprende i soldi farlocchi e così compriamo una bella bottiglia di Veuve Cliquot. Poi, ci fermiamo a una bettola vicina a un laghetto e ci facciamo fish and chips, con birra analcolica al limone, bleah. Stradine, villaggi, arrivo in questa città polacca che non mi azzardo a scriverne il nome nemmeno per scommessa. Ci aspettano in una concessionaria Alfa Romeo, ponte a disposizione e controllo degli interventi fatti a Kazan. Tutto bene, foto di rito, regalini: dopo aver scambiato la lampadina degli stop fulminata con una buona, rifiliamo i soliti “adesivi Paradiso”; loro invece ci danno uno speciale formaggio di capra con salsina sigillata a parte, la copia del monumento cittadino che sembra un suppostone, dolcetti e rosolio della nonna. Uno scambio alla pari, no? In officina abbiamo trovato le altre due Giulia dei Guasti e di Schön-Tonetti. Costoro hanno fatto tornare il preparatore con un nuovo albero della trasmissione e altre quattro gomme nuove “che in pista fanno guadagnare un secondo a chilometro”, dicono.
Appena entrati in Polonia abbiamo visto le cicogne. Al primo nido ti fermi e fotografi; al secondo apprezzi la loro monogamia e la disperazione che le affligge quando muore il coniuge; al terzo nido le critichi perché si mangiano pulcini e sorcetti; poi dici basta, e non vedi l’ora che tornino a svernare in Africa».