Vimercate – La scuola è iniziata e sono iniziati anche i disagi per i pendolari. Per tutti, studenti o lavoratori che siano. Nessuno escluso. Ma questa volta loro, i pendolari, hanno voluto far sapere direttamente alle autorità pubbliche cosa succede tutti i giorni sulla linea Monza-Trezzo. E lo hanno fatto attraverso un documento inviato ai vertici di Net, la società che gestisce il trasporto pubblico brianzolo, ai sindaci di Concorezzo e di Vimercate e al distretto Asl. Non solo. In alcuni casi c’è anche chi ha deciso di mettere un nome e un cognome in fondo alle recriminazioni: il proprio.
Come il concorezzese Franco Teruzzi. E’ tra coloro che hanno aderito all’appello dei pendolari scaturito via internet. Ma Teruzzi ha deciso di esporsi in prima persona. Il perché è semplice: «Mia figlia – ha detto – il più delle volte non riesce nemmeno a salire sulla Z321 e così sono costretto a usare la mia macchina per accompagnarla a scuola. Nonostante abbia regolarmente comprato l’abbonamento ».
Il concorezzese ha anche spiegato che «se nei viaggi di emergenza non mi alternassi con il mio vicino di casa, che ha anche lui un figlio nelle mie stesse condizioni, sarebbe molto difficile conciliare tutti gli impegni della giornata».
Infatti, come riporta la stessa missiva, i disagi più consistenti si vivono la mattina dalle 7 alle 7.20: «Per raggiungere il Bianconi a Monza – ha proseguito Teruzzi – mia figlia è costretta a prendere il pullman mezz’ora prima del necessario, alle 6.45. E se sale rimane schiacciata come una sardina: non si pretende di viaggiare in business class, in modo decente sì». I disagi però sono generalizzati. Come conferma Angela Biffi, originaria di Roncello: «Da quando è iniziata la scuola i pullman sono letteralmente presi d’assalto – ha evidenziato – chi sale sui mezzi pubblici è costretto a fare la guerra».
Biffi infatti vede spesso cosa succede durante le corse pomeridiane: «Dalle 13.10 in poi, quando i ragazzi escono dall’Omnicomprensivo di Vimercate succede il finimondo: ognuno tenta di scalzare i propri compagni per farsi largo tra la folla».
Anche il busnaghese Bruno De Marchi racconta i disagi che ha visto: «Ultimamente – ha detto l’uomo, seduto sulla banchina in attesa proprio della Z321 – ho notato che i mezzi non riescono a contenere tutte le persone che vorrebbero salire ». E De Marchi ha riportato anche la storia di sua nipote: «Mia nipote, penso come altre sue compagne, spesso deve aspettare le corse del tardo pomeriggio per poter trovare posto su un autobus e tornare a casa». Poco più in là da De Marchi c’è Enrica che ha così chiosato: «Oltre al fatto che non ci siano abbastanza posti per chi vuole usare gli autobus, c’è che gli orari delle corse sono molto scomodi. Obbligano ad andare alla fermata il mattino presto o a tornare a casa la sera tardi».
Lorenzo Merignati