Ville, chiese e paesaggi:tappe di un’epopea brianzola

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Besana – (e.san) Le tappe del percorso letterario cortiano non sono ancora state decise in maniera definitiva. Nonostante questo, è facile ricavare alcune ipotesi unendo la lettura del libro “Il cavallo rosso” ai tematismi scelti dagli enti che stanno lavorando al progetto. Uno dei luoghi che incarna, per esempio, il tematismo dei “Secoli di tradizione cristiana” è la chiesa di Besana, così come lo stesso duomo di Monza, dei quali si parla proprio nelle pagine del Cavallo rosso.

Ville e dimore storiche
Passando alla categoria “Ville e dimore”, spicca la meravigliosa Villa Dragoni di via Santa Caterina, situata esattamente davanti alla residenza besanese di Eugenio Corti, in pieno centro: «Nel percorrere la via Santa Caterina, che usciva di paese verso sud, passarono davanti ai “dragoni” – narra Corti nelle pagine della sua opera – la villa della vecchia signora Eleonora, quella vestita sempre di nero e lustrini che Ambrogio e Stefano avevano vista in piazza la sera prima. Sulla facciata ottocentesca dell’edificio, stretto tra due corti non più rurali, s’allineavano otto medaglioni d’una pietra di grana fine, simile all’arenaria, coi profili e i nomi dei più illustri milanesi del secolo scorso. Il portone era, come sempre chiuso».

Il paesaggio brianzolo

Del tematismo del paesaggio, non può mancare la vista che si scorge dalle cascine Besanelle da dove si può ammirare il Resegone e le montagne di “casa nostra”, così come a categoria Antichi mestieri – che richiama il “saper fare brianzolo” – è rappresentata dalla Cascina Lodosa e dalla fabbrica Valle del Lambro. Nella piazza di Besana, l’opera di Corti narrava degli operai che uscendo dal lavoro ascoltavano la voce gracchiante del duce attraverso un megafono il quale annunciava loro l’entrata in guerra, così come fondamentale è la figura della stazione di Besana, punto di scambio con la città di uno dei protagonisti del libro. Infine, non si può dimenticare la casa natale di don Carlo Gnocchi situata a Montesiro, figura alla quale Corti è affezionato poichè cappellano in Russia, tra i reduci della ritirata dalla quale Corti si è salvato.

La bellezza salverà il mondo

I luoghi e le parole di Corti sono correlati in maniera affascinante ed orgogliosa: «Quando ero in Russia e vedevo giornalmente coi miei occhi la bestialità umana, feci una promessa – ha raccontato – : che se fossi uscito vivo di lì, avrei speso tutta la mia vita per coltivare la bellezza, dalla quale si parte per arrivare al vero. Poiché la bellezza aiuta tutto, non solo l’arte. Dostoevskij ha detto una cosa: “La bellezza salverà il mondo”. Io ho cercato, grazie al mestiere di scrittore, di farlo».