Verano – Una morte che non ha ancora una spiegazione. A dare una risposta ai tanti perché sarà l’esito dell’autopsia microscopica, non ancora disponibile. L’unica struggente certezza, al momento, è che il piccolo Alessandro Del Monaco non c’è più. Se ne è andato poche ore dopo essere venuto alla luce. La mamma e il papà, una coppia di trentenni che lo ha aspettato per nove lunghi mesi, ora sono stretti in un assordante dolore senza fine. Il piccolo Alessandro «è tornato tra gli angeli», come annuncia l’epigrafe affisa in paese con le indicazioni delle esequie, si stanno svolgendo proprio in questi minuti nella chiesa parrocchiale dei santi Nazaro e Celso. Una funzione a cui il parroco don Giovanni Rigamonti ha invitato la comunità parrocchiale a partecipare numerosa, come segno di vicinanza alla giovane coppia e al suo dolore. Alessandro era nato nel tardo pomeriggio di martedì 14 giugno all’ospedale di Carate. Un bambino sano e bello, di quasi quattro chili. Poco dopo la nascita, all’improvviso, i primi segnali di insufficienza respiratoria, la rianimazione e il trasporto d’urgenza all’ospedale Manzoni di Lecco, dotato, a differenza del nosocomio caratese, della terapia intensiva neonatale per i bambini a rischio. Tutto inutile, il piccolo Alessandro è mancato poco prima dell’una di notte del 15 giugno.
La direzione sanitaria dell’ospedale di Carate spiega che «i parametri vitali del bambino alla nascita erano nella norma» e che «stiamo aspettando l’esito dell’autopsia microscopica per capire le cause del decesso». «All’improvviso – spiega il dirigente sanitario Bruno Molteni – sono sorte complicanze che hanno dettato il trasferimento al Manzoni di Lecco». Tra le ipotesi quella che il piccolino abbia ingerito il meconio, il materiale contenuto nell’intestino del feto e che viene espulso nelle prime ore di vita. «Io e i miei collaboratori siamo sconcertati, sconvolti e angosciati – commenta Angelo Fiorilli, direttore dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia – e manifestiamo la nostra solidarietà ai genitori e alla famiglia. In scienza e coscienza ce l’abbiamo messa tutta. La maternità è stata tranquilla, il travaglio non ha dato segnali preoccupanti. Alla nascita, invece, c’è stata una defaillance respiratoria. In Italia la mortalità neonatale è tra le più basse del mondo e al nostro ospedale è bassissima. I miei collaboratori hanno seguito tutte le procedure e non ho ravvisato elementi di colpa, ma abbiamo estrema fiducia nella magistratura e ci rimettiamo nelle sue mani».
La Procura di Monza ha aperto un’indagine per fare luce su questa morte improvvisa: per ora il fascicolo, che ipotizza il reato di omicidio colposo, è contro ignoti. Il medico legale Claudia Castiglioni, docente alla Bicocca di Milano, ha eseguito l’autopsia nella mattinata di giovedì su disposizione del pubblico ministero Stefania Di Tullio, titolare dell’indagine.
Alessandra Botto Rossa
(hanno collaborato Federico Berni e Antonella Crippa)