Carate – Lo sversamento di liquami nel fiume Lambro che ha avvelenato le acque la scorsa settimana è stato causato dall’ostruzione di un collettore fognario delle rete comunale. Lo ha accertato Brianzacque, il gestore del servizio idrico sul territorio cittadino, intervenuta a Carate dopo la segnalazione degli uffici comunali. I lavori di ripristino della rete fognaria sono stati completati e l’acqua del Lambro ha ripreso il suo solito colore. Erano le dieci di giovedì della scorsa settimana quando alcuni passanti avevano notato una cascata di acqua nera e maleodorante buttarsi nel letto del fiume Lambro all’altezza del ponte di Realdino. Un episodio che aveva fatto scattare subito l’allarme.
Al capezzale del fiume erano accorsi gli agenti della polizia locale e un tecnico comunale dell’ufficio Ecologia. L’intenso e maleodorante puzzo dei campioni d’acqua prelevati da alcuni residenti che, armati di bottigliette di plastica, erano scesi fino alla riva, sembravano non lasciare dubbi: erano reflui fognari quelli che stavano finendo copiosi nel Lambro, dopo un volo di alcuni metri. Intanto, dopo il sopralluogo di giovedì della scorsa settimana, le guardie ecologiche della Provincia hanno sporto denuncia alle autorità competenti. Una denuncia contro ignoti. Nella relazione che ha fatto seguito al sopralluogo sulle sponde del fiume, all’altezza del ponte di Realdino, le gev hanno evidenziato la presenza dei reflui fognari.
«Alle autorità competenti chiediamo sia fatta chiarezza sulla cause che hanno portato allo sversamento dei liquami nel fiume, sospetto, visto il lungo periodo di siccità che stiamo attraversando», spiega Stelio Caglio, il referente delle gev di Monza e Brianza. Lo sversamento di Realdino cade proprio nei giorni in cui Legambiente denuncia che l’inquinamento dell’acqua dei fiumi lombardi è la più grave emergenza ambientale della Regione e che solo raramente si tratta di atti criminali. Sempre più spesso, secondo l’associazione ambientalista, le disfunzioni sono legate a fogne e collettori sovraccarichi, a depuratori malfunzionanti, alla mancata separazione delle acque bianche, al fatto che nei tubi arrivi di tutto, provocando intasamenti e attivazioni di scolmatori che riversano direttamente nei fiumi le acque luride.
«Sempre di più le vicende di inquinamento ci parlano di un sistema fognario che non regge più e ha bisogno di grandi investimenti – scrive in una nota Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia – Se le rotture di una fogna possono anche essere eventi accidentali, non è accettabile che a pagarne le conseguenze siano sempre fiumi e laghi, che ricevono liquami e acque luride». L’analisi di Legambiente non fa sconti: «Il sistema fognario della Lombardia è destinato a collassare se non verranno attivati da subito i grandi investimenti necessari a rimettere in sesto il sistema di raccolta e trattamento».
L’ostruzione delle conduttura della rete fognaria è stata causata dall’accumulo di alcuni rami. Lo rende noto Brianzacque, in una nota ufficiale, arrivata a conclusione dell’intervento di rimozione del “tappo” che giovedì della scorsa settimana aveva provocato lo sversamento nel fiume Lambro, in località Realdino, di una cascata di acqua nera e maleodorante proveniente dalla rete fognaria cittadina.
Nella nota ufficiale della monoutiliy, si spiega che «episodi del genere possono accadere»: «Si è trattato di un intervento per rimuovere dei rami che avevano parzialmente ostruito la conduttura di fondovalle. Episodi del genere possono accadere. Proprio per questo – sottolinea Brianzacque – i cantonieri di Brianzacque ogni giorno sono quotidianamente impegnati a perlustrare i 1.616 chilometri di rete fognaria dei sessantacinque Comuni consociati».
Alessandra Botto Rossa