Seregno – Il disastro annunciato si è ormai concretizzato. Dopo un lungo periodo di polemiche, litigi, smentite puerili e ventilati accordi con nuovi sponsor che si sono rivelati semplici bufale e nulla più, il Seregno Hockey ha ufficializzato ieri sera il suo ritiro dal campionato di serie A/1.
Decisiva è stata la situazione economica irreparabile, che con un buon senso maggiore avrebbe dovuto consigliare già in estate alla dirigenza, visto l’esiguo budget a disposizione, di limitare il proprio raggio d’azione unicamente al torneo di serie B ed al settore giovanile. Al contrario, la scelta è stata quella di inseguire obiettivi ambiziosi che, in tutta evidenza, erano al di fuori della portata: inevitabilmente, così, si è finito con il rincorrere i problemi, palesatisi prima con la difficoltà nel fare fronte mensilmente al pagamento degli stipendi da corrispondere ai tesserati, che ha prodotto il clamoroso sciopero proclamato poche settimane fa dagli stessi, rientrato grazie all’intervento a titolo personale di Claudio Rossi, main sponsor con il suo marchio Ingraph fino alla passata stagione, ed infine con la tragicommedia della rinuncia alla trasferta di Valdagno, motivata con un guasto al pullmino che stava trasportando il gruppo solo presunto, quando invece determinante era stata la volontà dell’allenatore Tommaso Colamaria di non mandare in pista atleti con il certificato medico di idoneità alla pratica sportiva scaduto, circostanza emersa da un veloce esame dei documenti strada facendo.
Ora rimane l’amarezza per la sorte dei giocatori, svincolati ma appiedati fino al termine dell’annata agonistica: un’amarezza acuita dal fatto che sarebbe stato sufficiente un minimo di onestà intellettuale in più da parte di chi reggeva la baracca per consentire a tutti di trovare una diversa sistemazione nella finestra invernale del mercato. Invece, proprio in quei pochi giorni si è proceduto all’ingaggio dell’argentino Leonardo Zabala, appena svincolato dall’Indeco Afp Giovinazzo e sul punto di trasferirsi altrove, che oggi come il connazionale Francisco Roca è costretto a fare ricorso alla generosità altrui per trovare qualcosa da mettere sotto i denti.
Incerto è al momento il destino del settore giovanile: se anche ci fosse lo spazio regolamentare per proseguire, tuttavia, gli ostacoli da superare per non disperdere quello che rappresenta un piccolo patrimonio appaiono numerosi.
«Purtroppo -ha spiegato Andrea Nobili, l’unico componente del consiglio direttivo a non dimettersi nella fase della burrasca- non c’erano spiragli neanche in lontananza che permettessero una prospettiva differente. La strada più giusta da intraprendere era questa. Mi dispiace per i ragazzi: mi rendo conto che li abbiamo presi in giro anche troppo e che la chiusura avrebbe dovuto avvenire mesi fa, ma le notizie sull’arrivo di possibili nuovi sponsor ci hanno distolti dalla realtà». Affranto Cesare Ariatti, segretario della Lega Nazionale Hockey, che ha affidato a Facebook il suo commento: «È una serata tristissima per tutto l’hockey su pista italiana ed io per primo ne sono veramente scosso. Facciamoci un esame di coscienza per capire se abbiamo messo in atto tutto il possibile per aiutare la società a non morire. Io ci ho provato, ma forse non ho fatto abbastanza».
P. Col.