Cornate d’Adda – È ancora in bilico la situazione della Imco FreeNet e della Wtc. Se la scorsa settimana l’attesa era stata tutta per il documento che atestasse l’accordo per la cessione del marchio della famiglia Balzarini a un imprenditore del mantovano – arrivato dapprima via e-mail e poi finalmente in forma ufficiale – ora gli occhi sono tutti puntati sulla trattativa sindacale. E la tensione è rimasta alta, negli ultimi giorni, mentre la data fatidica per il destino delle due società è il 20 dicembre, il prossimo giovedì, quando l’amministratore incaricato dal tribunale di Monza ha convocato un’assemblea, che si preannuncia decisiva. Arrivati i documenti della cessione del marchio, è cominciato il lavoro per definire il futuro delle due aziende.
C’è stato un primo incontro con l’imprenditore di Mantova. «In quella sede – spiega Antonio Castagnoli, di Fiom Cgil – si sono dimostrati interessati a subentrare con una prospettiva di continuità per tredici lavoratori, tutti di Imco FreeNet». Un numero distante, però, da quello fatto circolare nei giorni precedenti, quando pareva, dicono i sindacati, dovessero essere salvati tutti i dipendenti Imco e tutti i dipendenti Wtc, una cinquantina in totale. «A questo punto abbiamo deciso di interrompere il tavolo, finché non siamo stati richiamati per un’altra proposta, con cui l’imprenditore si diceva disposto ad arrivare a trenta lavoratori, ventisei di Imco e quattro di Wtc, in parte full time, in parte part time», prosegue Castagnoli.
Ritenendola un’offerta positiva, i sindacati hanno convocato i dipendenti per spiegare le linee guida dell’accordo che sembrava imminente, necessario a tenere in vita le aziende. La doccia fredda però, che ora lascia grande incertezza, è arrivata giovedì. «Un altro passo indietro – dice Castagnoli – perché l’imprenditore ha comunicato di essere interessato di nuovo solo a tredici lavoratori. Dal nostro punto di vista, e l’abbiamo detto chiaramente, non c’è più spazio per una trattativa seria, perché siamo di fronte a persone inaffidabili». È durissimo il commento dei sindacati: «Non si può giocare in questo modo con i numeri e le persone. Non è questo il modo di contrattare, non sappiamo se ci sono ancora le condizioni per il tavolo».
L’unica è che si torni a quanto era stato affermato nella penultima riunione, cioè la salvaguardia di trenta livelli occupazionali. Anche questa volta l’alternativa è la fine di Imco FreeNet e Wtc. «C’è un’unica via – conclude Antonio Castagnoli – l’amminsitratore ha convocato un’assemblea per giovedì, 20 dicembre. Se non ci saranno novità e cambiamenti in quell’occasione, è ormai segnato il fallimento di Imco FreeNet e Wtc». Le due aziende fanno parte del gruppo della famiglia svizzera Balzarini; per loro la crisi è cominciata con le indagini della Guardia di Finanza che hanno condotto all’arresto del patron Antonio Balzarini, a maggio. Sono una quarantina i dipendenti di Imco, che si occupa della commercializzazione di pentole e casalinghi, quattordici quelli di Wtc (che hanno occupato l’azienda da alcune settimane), che segue la parte di riparazione e garanzia dei prodotti.
Letizia Rossi