The Cranberries tourMeglio organizzarsi

- 3 alla partenza. Iniziano le notti insonni… inizia a fare capolino l'adrenalina mista anche a un po' d'ansia. Inizi a pensare se sei pronto, se tutto è organizzato come deve. Perché sì, la vita da tour deve essere organizzata al 100%: perfetta. E deve essere precisa al secondo.
The Cranberries tourMeglio organizzarsi

– 3 alla partenza.

Iniziano le notti insonni… inizia a fare capolino l’adrenalina mista anche a un po’ d’ansia. Inizi a pensare se sei pronto, se tutto è organizzato come deve. Perché sì, la vita da tour deve essere organizzata al 100%: perfetta. E deve essere precisa al secondo. Guardi la casella di posta elettronica, la cartella creata apposta per il tour con tutte le mail con le prenotazioni di aerei, hotel, e-tickets, treni e poi cancellazioni di hotels, aerei, treni (ah sì, perché mi sono dimenticato di dire che questo tour doveva essere fatto a giugno-luglio ma purtroppo è stato posticipato).

E poi nuovi aerei, nuovi hotel (tutti con la connessione wifi ovviamente), nuovi treni e nuovi biglietti. Dicevo: guardi la tua casella di posta e ti chiedi, c’è tutto? Ho stampato tutto? Boh… tanto è inutile farti pippe mentali, puntualmente qualcosa te lo dimentichi di sicuro.

Ho una certa età ormai (per fare un tour intendo, non mandatemi a quel paese, ne va della mia autostima -vedi capitolo precedente-) e la mia memoria ogni tanto va in stand-by. E perciò mi sono preparato un bel quaderno con tutto il mio programma di viaggio (a pensarci mi sento un po’ stupido, ma è l’unico modo per non sbagliare) e puntato 398584678 eventi sul calendario del mio iPhone. Già immagino l’interminabile sinfonia che emetterà nei prossimi giorni visto che suonerà più o meno ogni 10 minuti. Ricordati il check-in… ricordati di caricare il telefono… cambia le sterline… vai a comprare la marca da bollo per il passaporto… forse mi dovrà ricordare anche di respirare, ogni tanto.

A dire la verità non ho mai avuto una buona memoria. E’ capitato alcune volte di essere in taxi finito un concerto e non ricordarsi il nome dell’hotel. Attimi di terrore. E mentre cerchi di ricordartelo vedi la faccia dell’autista che inizia ad assumere un’espressione che passa dalla compassione (all’inizio) per passare poi alla stizza e per finire alla rabbia più esasperata (che se avesse un fucile con lui non ci penserebbe un nanosecondo a farti fuori, visto che i suoi colleghi hanno già fatto una ventina di viaggi). Oppure molto più semplicemente non ti ricordi più che giorno della settimana è.

Ok, adesso basta. Anche perché già immagino la gente chi leggerà queste parole, con le mani tra i capelli e già pronte a chiamare la neuro per farmi internare. Quindi vi saluto.
Alessio

Ps. ahahahahahhahahahahhahahah il mio adattatore universale dov’è? Bene. già segnato sul telefono che domenica devo andare a comprarne uno nuovo.