Giorno 1- Londra
Prima di iniziare a raccontare la mia giornata voglio premettere due cose:
1- ho dormito quattro ore perciò sono molto stanco.
2- mi hanno bloccato la carta di credito (non chiedetemi perché) e perciò sono anche un po’ alterato.
Detto ciò abbiate pietà di me in caso scrivessi delle cavolate. Londra. Finalmente Londra. Finalmente questo tour ha inizio. Non ci speravo più, dopo tanto penare finalmente sono qui. Dicevamo: finalmente Londra, profumi familiari di cui vado pazzo, profumo di cibo inglese… io amo il cibo inglese (potremmo aprire una discussione su questo, ma non mi sembra il luogo adatto – chi di dovere potrebbe chiedere al direttore se sia possibile, oramai ci ho preso gusto).
Sono uscito dall’aeroporto e subito mi sono sentito a casa. Tutte quelle bellissime catene di caffetterie con quei mega bicchieroni di caffè, tutte lì in fila a chiamarmi manco fossero sirene: due secondi e avevo già speso le mie prime sterline.
Faccio il biglietto della metropolitana, l’open ticket giornaliero per tutta la rete, zona 6 compresa (15 pounds), perché l’intenzione era quella di andare a fare una foto ricordo a Walthamstow (chi li conosce sa perché), Idea abbandonata sul nascere perché scendo alla fermata della metro dove c’è il mio hotel e… DILUVIA: non ha smesso per tutta la giornata. Arrivo in hotel, lascio giù la valigia e inizia ufficialmente la mia giornata londinese.
Cosa faccio? Ah sì, adesso ricordo… ho qui con me la lista della spesa delle cose che mi hanno detto di comprare i miei amici (libri, magneti, vino etc), quindi inizio con questo. Vorrei dire a tutti gli interessati che ho trovato tutto e con questo io ho estinto i miei debiti nei vostri confronti. Sia economici sia morali. Ma ad un certo punto non ce l’ho più fatta: la voglia di cibo inglese, la voglia di entrare in un pub, la voglia di una pinta di birra hanno avuto il sopravvento sulla mia umile (e anche un po’ scarsa, aggiungerei) forza di volontà.
E dove vado a mangiare? Pensa e ripensa alla fine la scelta è finita su Covent Garden, uno dei miei posti preferiti di Londra. Un nanosecondo per scegliere cosa mangiare ed ecco che mi trovo al tavolo tranquillo con il mio bel boccale, la mia jacket potato con formaggio e beens, il mio libro (che in realtà è in prestito perché mi son dimenticato di portarlo) e tanti begli inglesi che mi circondano.
Piccola nota: all’estero se mangi da solo mica fai pena come in Italia, non ti guarda nessuno come lo sfigato di turno.
Ok, siccome la patata era circa 2 kg di roba ho deciso di farmi un giro a piedi per la città. Inizio col girare il mercato. Oggi è lunedì e come tutti i lunedì c’è il mercato delle cose antiche (c’è gente che si compra foto di persone morte tanti anni fa che neppure conosce – roba da inglesi), mi colpisce una bancarella che vende tutti i timbri immaginabili, da figure animalesche ai pupazzi. E poi ci sono milioni di lettere, come quelle che si usavano ai tempi in tipografia. Mi ci fermo davanti per circa mezz’ora fino a quando la proprietaria mi chiede se mi sento bene… mi sveglio dal mio stato catatonico e vado oltre. Ad un certo punto passo davanti a Downing Street e una strana sensazione di ignoranza mi assale.
“Chi cavolo è adesso il primo ministro inglese? Ancora Cameron?” Sì, penso sia ancora lui. L’ultima volta che ci sono passato davanti c’era ancora Blair. Prendo gusto a fare il turista (quasi quasi domani faccio la stessa cosa e al concerto mi presento per l’apertura dei cancelli… seeeeeeeeeeeeeeee non ci crede nessuno) e quindi proseguo nel mio giro.
Fradicio arrivo davanti al parlamento e alla sua bellissima torre, a Westminster e alla sua chilometrica coda di persone per visitarla. Mi guardo, sembro una spugna di quelle super assorbenti. Mi possono anche strizzare, tanto sono bagnato, sono le 15 e la camera è pronta quindi me ne ritorno in hotel aspettando questa sera di vedere una mia amica. Ah dimenticavo… sono andato a vedere il Venue e come evento messo in cartellone c’è ancora un concerto che si è tenuto il 22 settembre. Nessun segno dei Cranberries. Neppure una misera locandina… 🙁 che tristezza.
Alessio
PS. mentre vi sto scrivendo è uscito un sole bellissimo. Quanto mi sei mancata Londra.