Tempi duri anche per i managerIn Brianza 250 licenziamenti

Anche i manager piangono. La crisi non fa distinzioni e colpisce pure i dirigenti d'azienda dalle alte retribuzioni ed elevate responsabilità. Il «taglio», nei primi nove mesi di quest'anno, ha coinvolto in Lombardia 4mila persone. In provincia di Monza sono 250.
Tempi duri anche per i managerIn Brianza 250 licenziamenti

Monza – Anche i manager piangono. La crisi, insomma, non si permette il lusso di fare distinzioni e colpisce pure i dirigenti d’azienda dalle alte retribuzioni ed elevate responsabilità. Il «taglio», nei primi nove mesi di quest’anno, ha coinvolto in Lombardia 4mila persone, 2.300 solo a Milano.
La Brianza, per la vicinanza con il capoluogo meneghino, è sempre stata area di residenza per i pezzi grossi di grandi industrie e importanti società. Su 3mila manager residenti in provincia, il posto lo hanno perso circa 250. Secondo Federmanager, nei primi nove mesi del 2012 sono stati licenziati 8.700 top manager. La situazione, dunque, è grigia e le previsioni tendono al brutto. Anche chi era abituato a prendere subito decisioni «pesanti», ora teme di perdere quella «poltrona» che assicurava ampio potere e un robusto stipendio.
Una ricerca svolta da Renato Mannheimer evidenzia come l’84% dei manager stia vivendo uno stato di disagio. I numeri, del resto, parlano chiaro: i dati sono stati elaborati da Manageritalia Milano, associazione che può contare su circa 20mila associati tra dirigenti e quadri. I dirigenti del settore privato licenziati in Italia nel 2006 sono stati 5.500. Un anno dopo, questa quota era salita a 6.000. Nel 2008 e 2009, si era arrivati, rispettivamente, a 10.000 e 12.000 posti di lavoro sfumati. Nei tre anni successivi, i licenziamenti nel settore sono stati, nell’ordine, 10.800, 10.200 e 8.700 (dato riferito fino a settembre). L’incremento dei licenziamenti è stato consistente anche a Milano: si è passati dai 1.600 esuberi del 2006 ai 3900 del 2009, per arrivare ai 2.800 del 2011. (Le elaborazioni sono state fatte su dati Istat, Inps e propri). E per quasi tutti, inevitabilmente, c’è il problema di trovare una nuova opportunità di lavoro.

«I dirigenti, sempre licenziabili per contratto – commenta Luigi Catalucci, presidente Manageritalia Milano – hanno visto in questi ultimi anni aumentare notevolmente la difficoltà di ricollocarsi. Una problema che, anche alla luce della recente riforma pensionistica e dell’innalzamento dell’età pensionabile, diventa ancora più serio, oltre che personale e sociale. Diventa anche economico, perché vanno disperse valide professionalità delle quali la nostra economia avrebbe tanto bisogno economico».

«Si tratta – aggiunge Catalucci – di aiutare i manager a gestire sempre più attivamente il loro sviluppo professionale e la loro ricollocazione. Ma è importante far sì che le tante imprese prive di presenza manageriale, soprattutto quelle piccole e medie, capiscano che devono avvalersi di queste preziose risorse. Risorse che, proprio perché esperte e capaci di dare un forte contributo alla competitività e alla crescita, diventano indispensabili per stare sul mercato e per competere con successo». Milano, in ogni caso, resta la capitale italiana del management: vi lavora il 40,3% dei dirigenti e il 33,3% dei quadri. Le donne dirigenti costituiscono il 14,7% (in Italia sono il 13,3%) e il 28,8% dei quadri (27,1%).
Sergio Gianni