Monza – Fare a meno del tribunale di Desio? In Piazza Garibaldi non ne vogliono sentir parlare. La delega al Governo per la riforma degli uffici giudiziari è entrata nella manovra di Ferragosto, ma non si ha ancora chiarezza di che cosa effettivamente comporterà.
Gli obiettivi che si vorrebbero perseguire dovranno essere ottenuti attraverso “la riduzione degli uffici giudiziari di primo grado”, mantenendo comunque i tribunali ordinari nei comuni capoluogo di Provincia. Sarebbe prevista, dunque, la possibilità di provvedere alla “soppressione” o alla “riduzione” delle sezioni distaccate di tribunale. Le linee guida della manovra dovrebbero essere nella direzione di ridefinire l’assetto degli uffici territoriali, “tenendo conto dell’estensione del territorio e del numero di abitanti”. Prevista inoltre la possibilità per il Governo “di accorpare più uffici di procura, indipendentemente dall’eventuale accorpamento dei rispettivi tribunali”.
Sul punto il Consiglio Superiore della Magistratura e le commissione parlamentari competenti potranno esprimere un “parere non vincolante”. Le modifiche, secondo l’impianto voluto dal Ministro della Giustizia Nitto Palma, non saranno però definitive: “entro 2 anni dall’entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi emanati, il governo può adottare disposizioni integrative e correttive”.
Tornando in Brianza, per capire i possibili effetti bisogna considerare due ipotesi. Nel caso in cui vengano soppressi i tribunali di modeste dimensioni (come per esempio Vigevano, o Voghera, che verrebbero accorpati a quello di Pavia), allora per Monza non cambierebbe nulla. Quella di Desio, infatti, non costituisce una sede giudiziaria a sé, ma una sezione distaccata. Nel caso la scure si abbattesse proprio sulle “sezioni distaccate”, invece allora sarebbero guai.
Impossibile, infatti, sarebbe spostare magistrati e impiegati in piazza Garibaldi. Considerando pure che quella di Desio è una delle sezioni distaccate più grandi d’Italia, con ben otto magistrati. Più grande di molti piccoli tribunali (magari con tre giudici), disseminati per esempio, in molte città del Piemonte. L’ipotesi di fare a meno di Desio, insomma, non pare percorribile: “e dove li andrei a mettere, altri otto magistrati?”.
Allarga le braccia il presidente del tribunale Anna Maria Di Oreste: “anche con il futuro trasloco della procura in via Solera (e la conseguente creazione di nuovi spazi in piazza Garibaldi ndr), non sarebbe realizzabile l’accorpamento di Desio a Monza, visto che in piazza Gaarialdi dovrebbero già confluire gi uffici di via Vittorio Emanuele e di via Ferrari”. Dunque una soluzione sbagliata? “In astratto non lo è, ma quello che ritengo errato è l’approccio: prime si dovrebbe partire dal miglioramento dell’efficienza delle procedure, l’informatizzazione dei processi, il dialogo informatico tra avvocati e cancellerie, l’avvio di procedure telematiche come si sta facendo per il decreto ingiuntivo, poi allora si può pensare ad accorpare le sedi, certo, dove necessario, dopo una ristrutturazione degli stessi, così facendo, invece, si parte dalla testa, senza operare alla base”.
Come se non bastasse, a luglio è stato approvata una normativa che impone al riduzione dei tempi dei processi di almeno il 10%, pena l’emissione di sanzioni economiche. Un’imposizione che penalizza una sede come Monza, dove già i tempi dei processi sono tra i più veloci in Italia, ma proprio per questo difficili da ridurre ulteriormente.
Federico Berni