Star, parla il direttore Franch«Agrate per noi resta strategica»

«Per Gallina Blanca Agrate resta strategica». Parla Jordi Franch, direttore generale di Star, lo storico stabilimento del settore alimentare. Che parla di investimenti, di assenza di interessi nello sfruttamento immobiliare degli stabilimenti e di futuro. Senza certezze sul fronte occupazionale.
Star, parla il direttore Franch«Agrate per noi resta strategica»

Agrate Brianza – Un anno e mezzo fa ha lasciato Barcellona per lio storico insediamento produttivo di Agrate Brianza. L’accento spagnolo inclina deciso la sua parlata, ma l’italiano è davvero fluente e chiaro. «Io sono la dimostrazione più eloquente che il matrimonio tra i due marchi che ci fu nel 2006 è avvenuto su un piano di parità, che si trattò di una fusione voluta per migliorare insieme e non l’uno a scapito dell’altro».
Parola di Jordi Franch, già nel team direzionale di Gallina Blanca e dall’ottobre 2010 direttore generale di Star Italia.

Il timore dei lavoratori italiani, nella sede di Agrate Brianza,è invece proprio che il sito si svuoti come una periferia sempre più marginale della Spagna.

Nulla di tutto ciò. All’interno del gruppo, Star rappresenta la realtà più grande, in termini di fatturato. Come potremmo non investire e non puntare su un sito che è strategico? Qui ad Agrate, oltre alla linea produttiva focalizzata su alcuni prodotti, ci sono il laboratorio di qualità al quale arrivano campioni prodotti in tutto il mondo da marchi interni al gruppo, e la ricerca e sviluppo. Ripeto, questo per la nostra società è un sito chiave.
Eppure anche negli ultimi anni sono continuate micromobilità e cassa integrazione.
Ancora prima della fusione, Star aveva iniziato un piano di sviluppo per focalizzarsi su alcune categorie considerate strategiche, escludendo man mano una serie di altri prodotti. Questo stabilimento oggi è frutto di questa storia. La nostra idea è di essere presenti nei mercati di riferimento del gruppo in modo locale, in Africa, in Spagna, in Olanda, in Russia, con prodotti vicini alla cultura gastronomica e alla cucina di questi Paesi.
L’acquisizione del marchio da parte degli spagnoli nel 2006 non doveva dare il via a un rilancio dell’attività di Star, anche sul mercato estero?
Abbiamo infatti aumentato gli investimenti, anche sul fronte della pubblicità, e “svecchiato” il marchio, adeguandolo ai consumatori di oggi. Mi pare che oggi il rilancio sia stato fatto, per quanto si debba comunque lavorare a consolidarlo, ma la tendenza è stata invertita. Nonostante la crisi economica generale sia arrivata ormai anche al settore alimentare, il nostro fatturato è in crescita ed è rimasto sopra la media del mercato.
E invece l’approdo sul mercato estero con i prodotti italiani?
In Olanda siamo presenti per gran parte con prodotti italiani lavorati qui. Ora siamo anche in Russia, a Mosca, con il gran ragù in lattina. Vedremo se funzionerà. Penso che questo scambio di prodotti possa essere una buona opportunità per il futuro.
Sono in programma altri investimenti ad Agrate?
Certo. In autunno potremo lanciare nuovi prodotti nell’area dei sughi e degli insaporitori.
Intanto i sindacati sottolineano con preoccupazione l’annuncio di nuovi esuberi per il 2013. È così?
Non so rispondere con certezza a questa domanda. È indubbio che questa forte crisi si fa sentire. Prima era possibile presentare piani industriali quinquennali, ora si viaggia di tre mesi in tre mesi. Credo stiamo compiendo i passi giusti ma è normale che ogni tanto siamo in presenza di passaggi obbligati e che legittimamente preoccupano.
Sempre i sindacati puntano l’attenzione su un sito che strutturalmente è ormai del tutto sovradimensionato rispetto al reale utilizzo. È un costo da ridurre? E con quali piani di utilizzo?
Questo sito è la nostra base operativa in Italia. Gli spazi che non usiamo più per la produzione, ci sono necessari per la logistica. Oggi si spostano volumi di merce molto più grandi di un tempo, abbiamo vaschette con la minestra laddove prima avevamo un dado.
E per quanto riguarda gli usi futuri di questi spazi?
Siamo bravi solo a fare prodotti alimentari, niente altro e di certo non edilizia. Il nostro interesse è utilizzare in modo competitivo gli spazi, resistere alla crisi, mantenere il trend positivo e crescere ancora.
Anna Prada