”Stalin, dittatore che fa pensare:un esecutore del comunismo”

Parla Andrea Carabelli, il giovane regista milanese che mette in scena a Monza, per il Teatro degli Incamminati, ''Processo e morte di Stalin'', un testo di Eugenio Corti. Protagonista l'attore Franco Branciaroli, con lui altri professionisti e una ventina di giovani studenti brianzoli.
Branciaroli è Stalinper Eugenio Corti

Monza – Andrea Maria Carabelli è nato a Milano 35 anni fa. Nonostante la giovane età ha alle spalle diverse esperienze come attore e come regista della compagnia teatrale Studi imperfetti. Ora debutta in entrambi i ruoli, il 24 giugno, a Monza, con lo spettacolo prodotto dal Teatro degli Incamminati, Processo e morte di Stalin, di Eugenio Corti con la straordinaria partecipazione di Franco Branciaroli.

Perchè Corti e perchè ”Processo e morte di Stalin”?

Ho avuto nei miei studi, come riferimento personale ideale di attore e regista, Marco Apollonio, grandissimo critico teatrale, tra i fondatori del Piccolo teatro e docente alla Cattolica. A dire la verità, non mi è stato fatto conoscere durante i miei studi all’Università del sacro cuore, l’incontro è avvenuto leggendo i suoi testi sum Shakespeare, Ibsen e altri. Ebbene, nel ‘Cavallo rosso’ di Eugenio Corti, l’autore parla di lui in riferimento proprio alla tragedia di cui discutiamo, che venne rappresentata nel ’62 a Roma in modo storpiato e che costò a chi la scrisse feroci critiche e ostracismo. Il pensiero marxista leninista ormai dominava, e nel testo si mette a nudo il comunismo. Io volevo vedere quanto nel romanzo ci fosse di vero e quanto di inventato su Apollonio. Perciò volli conoscere l’autore besanese. L’incontro con Corti è stato commovente: mi ha detto che gli sembrava di parlare col suo maestro Apollonio».

Che cosa ha scoperto studiando la tragedia e parlando con Corti?
Che è un testo tutt’altro che datato. Inanzitutto perchè di ciò che è stato il fenomeno del comunismo a scuola si sa poco o niente, è trattato con molta superficialità. Apollonio invece lo considerava la vera tragedia del ‘900, e Stali il personaggio più tragico del secolo. Nel testo di Corti, Stalin, uno che ha fatto il dittatore per 30 anni, macchiandosi di crimini orrendi, viene trattato con umanità, anche se non giustificato. Emerge la figura di un uomo che ha creduto fino in fondo all’ideale del comunismo, mettendolo avanti a tutto, compresi i suoi cari. L’errore del comunismo non sta nelle deviazioni finali, ma nell’idea iniziale: voler costruire il Paradiso in terra, estirpando a forza il male, e facendo a meno di Dio. Questo tipo di ideologia ha radici in ogni uomo e quindi non è cosa ‘datata’. Corti, quando gli ho comunicato che volevo mettere in scena la tragedia, a novembre 2010, si è messo a piangere. Per lui finisce un’attesa durata una vita, per me inizia la più grande occasione professionale della mia vita».

Perchè Franco Branciaroli come protagonista?
«Sin dalla prima lettura il testo risulta difficilissmo. Subito ho pensato che ci sarebbe voluto nei panni del protagonista, l’attore più bravo che c’è sulla piazza: Franco Branciaroli». E che reazione ha avuto quando gli ha fatto la proposta? «Non conosceva nulla nè del testo, nè di Corti: l’ha letta ed è rimasto entusiasta, tanto da dire: ‘Erano anni che aspettavo un testo del genere”. Ed ha accettato di buon grado che io tenga la regia e che ci siano con lui, sul palco, dei ragazzi».

Appunto, perchè dei giovani insieme a dei professionisti?
«L’attore fa suo il testo, e lo studente fa suo il testo. C’è una comunanza tra i due. Significa avvicinare le cose che si studiano alla vita, farle proprie. Si tratta di un’operazione culturale: il mondo della scuola e quello del teatro costruiscono insieme uno spettacolo. Non si tratta insomma di mettere insieme uno spettacolino per fare fare una piccola esperienza ai giovani. E sul palco ci saranno 40 persone, altra novità che da tempo non si vede in teatro». Come è andata nella preparazione con gli studenti? «Abbiamo studiato il testo, abbiamo studiato altri libri, di Solgenitsin, di Solomon, il rapporto Krusciov e biografie di Stalin. Poi le prove per il palco. Gli uomini hanno imparato gli inni delle parate con una serie di movimenti acrobatici sotto la guida di Teodoro Bonci Del Bene. Le donne, guidate dalla cantante russa Dina Perekhodko, voce solista, hanno provato i canti. Alessandro Nidi, musicista di prestigio, che ha lavorato con Battiato e Dalla, per fare nomi, ha composto gli spartiti dei cori, utilizzando il testo di Corti. Si è trattato di un lavoro preparatorio durato mesi. Dal primo di giugno stiamo provando tutti i giorni in sala Fontana a Milano, dal 20 saremo a Monza, al Manzoni».
Antonello Sanvito

Il curriculum
Andrea Maria Carabelli è nato a Milano nel 1976. Cultore della materia di Drammaturgia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Come attore corporeo si è formato seguendo per 5 anni la Scuola di Arti Circensi e teatrali diretto da Carlo Rossi, allievo del clown ceko Bolek Polivka. Come attore vocale si è formato seguendo Sandro Lombardi dal 2001 nella Compagnia Lombardi-Tiezzi di Firenze: L’Ambleto di Giovanni Testori, Grimmm di Francesco Niccolini, I giganti della montagna di Luigi Pirandello, Passaggio in India di Forster (2009-2010). Nel 2004 e nel 2005 è stato lector ufficiale per la lettura di passi del Paradiso e dell’Inferno di Dante presso il Battistero del Duomo di Firenze.
Insieme al regista e collega Giorgio Sciumè ha fondato la compagnia teatrale Studi imperfetti che tra gli altri spettacoli ha messo in scena I padri di Testori (2003); Nati due volte di Giuseppe Pontiggia (2004); Come se fossimo stati messi lì proprio in quel momento di Raymond Carver (2005); Serafino Gubbio Cyborg dream tratto dal romanzo di Pirandello I quaderni di Serafino Gubbio operatore (2009).
La prossima produzione in allestimento, sempre con il Teatro degli Incamminati ,è il testo dell’autore francese Fabrice Hadjadj, Job, di cui lo stesso ha curato l’edizione italiana per la casa editrice Marietti.