Sovico, alla Beta Utensili258 in cassa integrazione

I sindacati e rappresentanti della Rsu dicono no a nuova cassa integrazione alla Beta Utensili. Tensione tra i 258 lavoratori metalmeccanici e la direzione aziendale dell'azienda di via Volta. Non firmata la richiesta di "cassa" formulata dai vertici aziendali.
Sovico, alla Beta Utensili258 in cassa integrazione

Sovico – I sindacati e rappresentanti della Rsu dicono no a nuova cassa integrazione alla Beta Utensili. Tensione tra i 258 lavoratori metalmeccanici e la direzione aziendale dell’azienda di via Volta: sindacati e rappresentati della Rsu interna, infatti, non hanno firmato la richiesta di cassa integrazione formulata dai vertici aziendali. I venti di crisi continuano ad aleggiare sulla storica azienda sovicese e per i lavoratori si profilano settimane cruciali. Nei giorni scorsi la direzione dell’azienda ha convocato la Rsu e le organizzazioni sindacali Fiom-Fim per comunicare una nuova richiesta di cassa integrazione.

Ai 258 operai e impiegati della storica azienda(lo stabilimento sovicese è sorto nel 1938), è stato proposto un periodo di stop parziale che va dal 6 maggio al 3 agosto. Il nuovo accordo prevede un provvedimento di cassa integrazione per un totale di sette settimane non consecutive: l’azienda stabilirà a secondo delle esigenze il numero delle persone interessate al provvedimento. I lavoratori rivelano di vivere un momento difficile perché con la cassa integrazione diminuiscono gli stipendi “e fuori assistiamo tutti i giorni ad aumenti, nuove tasse e rincari”. I dipendenti sono altresì preoccupati perché temono una delocalizzazione della produzione all’estero.

Già negli scorsi mesi una parte dei dipendenti brianzoli della Beta è stata coinvolta in un primo periodo di cassa integrazione. Nel mese di febbraio e marzo i provvedimenti hanno interessato mediamente 50/60 dipendenti dei 90 richiesti, principalmente impiegati nei reparti produttivi, che sono stati coinvolti per un massimo di 5 settimane delle 8 richieste dall’azienda. Le proposte alternative avanzate dai rappresentanti sindacali e dalla Rsu interna non sono state accettate costringendo i lavoratori a una scelta più radicale.

“A nulla è servito sottoporre all’attenzione della direzione le proposte alternative sulle modalità di esecuzione della cassa integrazione, discusse e condivise nelle assemblee con i lavoratori e le lavoratrici, che prevedevano un impatto meno gravoso sulla perdita di salario” hanno sottolineato i rappresentanti dei lavoratori della Rsu aziendale “a fronte di questo atteggiamento di chiusura della direzione si è condiviso unitariamente di non firmare il verbale di consultazione della cassa integrazione, ritenendo che le richieste presentate fossero una valida alternativa in un contesto di crisi che ancora una volta coinvolge e penalizza pesantemente i lavoratori e le lavoratrici dentro e fuori dai luoghi di lavoro”.
Elisabetta Pioltelli